Prada stacca il piede dall’acceleratore dei profitti. Ma prepara un rafforzamento della struttura industriale in Italia e Uk (con Church’s), non esclude un rafforzamento verticale lungo la filiera, e mette sul tavolo una spinta nel comparto uomo. Il gruppo guidato da Patrizio Bertelli ha chiuso il 2013 con ricavi netti consolidati pari a 3,58 miliardi di euro, in crescita dell’8,8% (a cambi costanti + 13,3%), in linea con i dati annunciati a metà febbraio. Gli indicatori di redditività riservano un dato positivo (+8,6% a 1,14 miliardi di euro, con un margine del 31,9% sui ricavi) in termini di ebitda, ma, di fatto, una stasi dell’utile netto a 627,8 milioni “penalizzato – si legge nella nota – dalle perdite su cambi e da un maggiore carico fiscale”. Nel 2012 l’utile era stato di 625,7 milioni con una crescita monstre del 44,9 per cento.
Prada, che ha presentato i dati a stampa e analisti nel corso della mattinata, vede per l’esercizio 2014 una crescita del fatturato “high single digit” e margini ebit in linea con il 2013. Per il 2015 e il 2016 la crescita del fatturato è attesa “low teens” (traducendo: nella parte bassa dell’intervallo 13-19) e il margine ebit è visto in miglioramento.
Nel corso della presentazione, sono emerse alcune linee guida delle strategie dei prossimi anni. Tra queste, l’intenzione di spingere sull’uomo. Ne ha parlato Giulio Brini, Prada retail director, il quale ha spiegato che negli ultimi sette anni il numero dei negozi del gruppo è più che raddoppiato (da 153 a 330). Ma ha anche specificato che ci sarà un’accelerazione delle boutique maschili: oggi sono 30, e in tre anni è prevista l’apertura di altri 50 punti vendita (sui totali 120 opening previsti). Del resto, “anche nei primi mesi del 2014 – ha detto – l’uomo cresce a doppia cifra e il target di fatturato è quello di 1,5 miliardi di euro in 3-5 anni (oggi sono 800 milioni)”.
A intervenire sulla maggiore integrazione di distretto del gruppo è stato Lorenzo Panerai, Leather goods division director, il quale ha spiegato che Prada potrebbe considerare un’integrazione verticale per quanto riguarda tessuti e materie prime. Ha aggiunto che è prevista un’espansione della capacità produttiva con investimenti in nuovi impianti per 80mila metri quadrati a regime, e un potenziamento dell’hub logistico.
Tra le leve di potenziamento industriale, il management ha parlato anche della nuova Prada Academy, che partirà all’inizio del 2015 all’interno degli headquarter in Toscana, in una sede disegnata dall’architetto Canali. Ospiterà 60 studenti ogni anno per corsi sulla manifattura. Si articolerà su 1.200 ore di formazione in 12 mesi e si rivolgerà a studenti tra i 16 e i 21 anni d’età.
Indicazioni interessanti sono arrivate anche per gli ‘altri’ marchi del gruppo. Per Miu Miu è emerso un target di fatturato al 2016 di 800 milioni, ed è stato annunciato il primo profumo nella prima metà del 2015. Per Car Shoe il management ha ammesso che non è stato sviluppato per mancanza di tempo, ma che oggi nei piani rientra una valorizzazione sia wholesale sia retail. Quanto alla recente acquisizione nel food, con la pasticceria Marchesi, l’obiettivo è un’apertura nel quadrilatero e in Galleria Vittorio Emanuele (subordinata ovviamente agli accordi col Comune), ma anche nei principali department store e negli epicenter stores.