Se fino a qualche tempo fa il mercato del ‘compro oro’ sembrava destinato a fare il boom, tanto da rendere l’Italia un Paese esportatore del metallo giallo pur non avendo miniere aurifere, ora le ricerche di settore preannunciano una fase di ristagno.
Secondo i dati di Antico (Associazione Nazionale Tutela I Compro Oro) riportati da il Sole-24Ore, infatti, il metallo prezioso ha ceduto quasi il 30% lo scorso anno, mentre il numero dei compro oro, incluse le gioiellerie, si è ridotto del 35% a 23mila esercizi, dai 35mila del periodo del boom fra il 2011 e il 2012. Parlano chiaro anche i dati sul fatturato, che si è pressoché dimezzato, scivolando a 250-300 milioni di euro dai 550-600 milioni.
Intanto, Unioncamere fornisce i numeri del comparto. Il valore dell’oro da recupero che 17 milioni di italiani, in tempo di crisi, hanno venduto ai compro-oro è pari a circa 8 miliardi di euro (duecento tonnellate). Le cifre, indicate dal presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, spiegano “un fenomeno recente e per questo non ancora ben identificato”, al quale si dedicano circa 12mila attività. Il 28% circa degli italiani ha venduto oro, con la “conseguenza di dare grande impulso al giro d’affari”, ha aggiunto Dardanello.
“Si tratta però – ha sottolineato il presidente – di un tipo di attività da tenere sotto osservazione, perché può nascondere casi di ricettazione, riciclaggio, economia illegale. Le Camere di commercio, che già svolgono funzioni di vigilanza e controllo sul settore dei metalli preziosi, sono disponibili a operare per rendere trasparente il mercato dei compro-oro e per dare a consumatori e forze dell’ordine gli elementi utili per il contrasto a fenomeni deviati”.