Milano ha passato il testimone a Parigi, forse con un giorno di anticipo. Se la fashion week milanese (sono tutti d’accordo) è stata più brillante del solito, questo non è stato sufficiente a trattenere in città tutta la stampa internazionale fino alla fine. Non è bastato neanche il consueto appuntamento dell’ultimo giorno con il defilè di Giorgio Armani che, nel backstage, si è sfogato con i giornalisti, dispiaciuto per il posto vuoto lasciato in prima fila dal direttore di Vogue America Anna Wintour, che si è limitato a mandare il proprio staff perché, forse, era già in rotta per Parigi.
Re Giorgio si è sentito abbandonato e ha lanciato un appello al CEO Jane Reeve, il quale ha già garantito, insieme con il presidente Mario Boselli, che qualcosa verrà fatto presto per rafforzare l’ultimo giorno.
Intanto, la settimana della moda parigina è partita. Ad aprire questa mattina sono stati Lucien Pellat Finet e Moon Young Hee, poi, tra gli altri, nel pomeriggio sarà la volta di Cedric Charlier, il marchio belga prodotto in licenza da Aeffe, e Anthony Vaccarello, lo stilista che Versace ha scelto per disegnare la capsule collection Versus Versace 2014.
Il giorno più forte, però, sarà il 27, con Balenciaga e Lanvin, mentre il quarto toccherà a Dior, Isabel Marant e Martin Margiela. Il primo marzo sarà il turno di Comme des Garçons e Jean Paul Gaultier, il 2 di Celine, Chloé e Givenchy, il 3 di Giambattista Valli e Saint Laurent, e il 4 di Chanel, Alexander McQueen e Valentino. A chiudere i nove giorni dedicati al prêt-à-porter transalpino saranno tre teste di serie, Louis Vuitton, Miu Miu e Hermès, che mettono in piedi, è innegabile, una giornata decisamente forte.