Harmont & Blaine vince la battaglia legale in Cina per la concessione del diritto sul marchio e si prepara a tornare sul mercato del Far East. Il dipartimento cinese di appello dell’Ufficio brevetti ha infatti dato ragione al marchio del bassotto che, secondo quanto riferito dal gruppo in una nota, “era stato oggetto di usurpazione”. La vicenda aveva portato alla decisione di chiudere, nel febbraio 2012, in accordo con il distributore locale, le proprie 12 boutique presenti in Cina, da Shanghai a Beijing, da Shenzhen a Guangzhou, da Hangzhou a Tianjin, e frutto di importanti investimenti nel Paese dal 2004 in poi. Nello specifico, l’autorità cinese ha accolto interamente il ricorso di Harmont & Blaine aprendo così un precedente a favore delle battaglie per l’uso del marchio o del logo a pochi mesi dalla vicenda di Burberry che ha sostanzialmente perso il copyright del suo tartan in Cina. “Abbiamo già ripreso i contatti con il nostro partner – ha dichiarato l’AD del gruppo Domenico Menniti – ed entro la fine del 2015 contiamo di ritornare almeno al livello del 2012, con l’apertura di 12 nuove boutique. L’area della Grande Cina potrà arrivare a rappresentare il 12-15% del fatturato del gruppo (nel 2013 l’azienda ha totalizzato 71 milioni di euro di ricavi, ndr)”. Nel frattempo si moltiplicano i rumors sull’individuazione del socio finanziario che dovrebbe entrare nella società con una quota di minoranza. Secondo quanto riportato oggi da Il Sole 24 Ore, nella short list composta da quattro o cinque nomi ci sarebbe anche Clessidra. Interpellata da Pambianconews, l’azienda partenopea non ha smentito l’indiscrezione. Le prossime settimane saranno decisive per la scelta del socio.