La Corte dei conti accende i riflettori sulla Galleria Vittorio Emanuele. Come riporta oggi il Corriere della Sera, i giudici contabili hanno chiesto i documenti a Palazzo Marino sull’operazione che ha riguardato in particolare il passaggio tra l’argentiere Bernasconi e lo stilista Versace e l’ampliamento di Prada nell’ammezzato che era di proprietà di Ricordi (Feltrinelli). Quello che si vuole capire, come riporta il Corriere, è perché non vi sia stata asta pubblica per spazi così pregiati, che si affacciano sull’Ottagono centrale della galleria.
In sostanza, i magistrati contabili vogliono capire se vi sia stato un danno economico per la collettività, di cui risponderebbero eventualmente gli amministratori e i funzionari comunali della giunta di Giuliano Pisapia e non le società che hanno stipulato il contratto. Andrebbe poi accertato se l’eventuale danno economico sia stato compensato dai circa 3 milioni di euro che Versace e Prada si sono offerti volontariamente di spendere per ripulire la Galleria in vista dell’Expo 2015.
Proprio domani si riunirà una commissione straordinaria per ascoltare su questa vicenda l’assessore al Demanio Daniela Benelli.