È il fenomeno di streetstyle del momento Marcelo Burlon County of Milan, brand nato nel 2012 con una sola linea t-shirt e che oggi si è evoluto in un lifestyle dai numeri impressionanti. La prima collezione di magliette luxury-streetwear (costano dai 150 euro in su), con singolari stampe e grafiche, lanciata a giugno 2012, è andata subito sold out.
“La prima stagione abbiamo venduto 10mila pezzi, la terza eravamo già a 120mila”, racconta a Pambianconews il fondatore Marcelo Burlon, argentino trapiantato a Milano, che non si definisce ‘stilista’: “Non disegno, faccio parte di una nuova generazione di creativi: sono music designer e Pr, lavoro tuttora con tutte le griffe più famose. L’idea di realizzare delle t-shirt è nata perché volevo lasciare qualcosa di me stesso a chi veniva ai miei eventi. Con le t-shirt, su cui sono impressi elementi della natura, simboli esoterici, della cultura rave e club e della mia terra, la Patagonia, esprimo le mie radici e identità”.
Burlon ha spiegato che il suo marchio, oggi, ha un fatturato di 9 milioni di euro a stagione e ha registrato 16 milioni nel primo anno di attività. Nella sede milanese, in via Manin, lavorano 25 persone. Anche l’offerta si è ampliata, con prodotti come sneakers, piumini, bomber, giacche in pelle, tute, ponchos, e sono numerose le collaborazioni. Da una linea di skateboard per Selfridges a uno zaino con Eastpak, a Borsalino, G-Shock e perfino il campione di basket Lebron James, visti i molti cestisti e rapper americani fan del brand. Che, inoltre, è in contatto con Pitti Immagine Uomo per essere ospite all’edizione di giugno 2014.
A occuparsi della produzione, che avviene in Europa, è uno dei due soci di Burlon, Davide de Giglio, già fondatore di Vintage 55 e direttore creativo di Sundek, mentre Claudio Antonioli, titolare dell’omonima boutique milanese, segue la parte commerciale. La label, distribuita dallo showroom Marcona3, è in vendita nei principali department store e multimarca a livello mondiale e, a breve, avrà due corner da Printemps a Parigi e Isetan a Tokyo.
“Rappresento una nuova Milano, che finora non era entrata nel fashion system – conclude il creativo, che tiene anche un suo blog -. Li definirei ‘influencers’, persone che dettano le tendenze. Grazie a loro la spinta virale sui social media è stata fortissima”.