Kering chiude il terzo trimestre con vendite sotto le attese degli analisti, a causa del rallentamento di Gucci che ha portato la divisione Luxury a registrare la crescita più bassa degli ultimi quattro anni. Il gruppo parigino nel quarter ha riportato ricavi per 2,52 miliardi di euro, in flessione dell’1,5% (a cambi costanti il risultato è in rialzo del 3,4%). Gli analisti interpellati da Bloomberg attendevano vendite per 2,55 miliardi.
La divisione Luxury è cresciuta dell’1,5% a quota 1,6 miliardi. Gucci, vero ‘motore’ della divisione, rispecchiando quanto avvenuto per Lvmh con Louis Vuitton, ha subìto l’impatto negativo del riposizionamento strategico del marchio verso l’alto sulle vendite, soprattutto nel mercato cinese. La griffe fiorentina ha riportato un calo del 5,4% (a cambi costanti i ricavi sono saliti dello 0,6%, rispetto al +2,1% atteso dagli analisti). “In Giappone e negli Usa – si legge nella nota del gruppo – i ricavi sono cresciuti costantemente, dimostrando l’efficacia della strategia di esclusività implementata in questi Paesi negli ultimi anni, mentre l’adozione di questa strategia nella regione Asia-Pacifico ha impattato negativamente sull’affluenza nei negozi nel trimestre”.
Tuttavia, la strategia ha consentito di elevare il mix di prodotto. “Le borse in pelle ora pesano per quasi il 70% delle vendite totali di borse, rispetto a meno del 50% lo scorso anno, mentre quelle senza logo valgono quasi il 55%, contro il 35% del 2012 – dichiara Michele Pedroni, analista di Syz Asset Management -. L’accelerazione è stata molto forte, anche se può ancora migliorare soprattutto in Cina: nei mercati maturi, le borse senza logo rappresentano il 60% delle vendite, con la punta del 70% in Giappone che è il mercato più sofisticato del lusso, ma nell’Asia-Pacifico solo il 40%”.
Per quanto riguarda i marchi ‘non Gucci’, Bottega Veneta ha confermato la crescita (+7,3%, +15,8% a cambi costanti), così come Saint Laurent (+7,2% e +12%) e gli Other Luxury Brands (+15,3% e +9,4%), con ottime performance specialmente di Alexander McQueen e Stella McCartney. In particolare, il marchio italiano Bottega Veneta, secondo brand della divisione Lusso, ha riportato un fatturato di 259,3 milioni di euro. La crescita è stata registrata in tutte le aree geografiche sia sul canale retail che wholesale, aumentati rispettivamente del 18% e del 9 per cento.
L’altro polo del gruppo francese, ovvero la divisione Sport&Lifestyle, proseguendo il trend degli ultimi trimestri ha registrato un calo del 7,6% (-0,9% a cambi costanti), dovuto in particolare alla debolezza delle vendite di Puma nelle calzature. Kering ha fatto sapere che il nuovo management di Puma (il CEO Björn Gulden) è incaricato di “trasformare radicalmente il marchio e ripristinarne la potenza”.