Le lancette elvetiche riprendono ad accelerare. Secondo i dati della Federazione dell’industria orologiera svizzera, l’andamento dell’export di orologi svizzeri, già tornato in territorio positivo a luglio (+2,2%) dopo due mesi di cali, nel mese di settembre è incrementato dell’8,5% in valore, a 1,9 miliardi di franchi. Nei primi nove mesi dell’anno, l’incremento delle esportazioni è stato dell’1,9% a 15,65 miliardi di franchi.
La quantità di pezzi esportati, in settembre, è invece diminuita del 4,3%, a indicare un aumento del prezzo medio dell’export. Esaminando le fasce di prezzi, gli orologi con uno scontrino inferiore ai 200 franchi sono gli unici ad aver registrato una flessione. L’incremento maggiore è stato ottenuto dai prodotti della fascia 200-500 franchi (+20%), seguita dall’alta gamma, sopra i 3mila franchi, e da quella medio-alta, tra 500 e 3mila.
A livello di mercati, in settembre gli Stati Uniti, secondo mercato per il settore, hanno riportato un balzo del 17,4 per cento. Il primo sbocco si conferma Hong Kong cresciuto nel mese di dieci punti percentuali. Prosegue, anche se in attenuazione, la flessione della Cina (-3%), mentre il Giappone ha riportato un incremento del 9,2 per cento. Tra i mercati europei, in crescita Germania (+8,7%) e Italia (+6,3%) mentre è in netta frenata la Francia, con un -22,3 per cento.