In molti definiscono il ‘Piano per il lavoro’ firmato da Natuzzi un accordo storico. Forse perché l’intesa raggiunta ieri mattina a Roma tra le parti (al tavolo erano seduti vertici aziendali, istituzioni e sindacati) è il primo nella storia delle vertenze industriali italiane a riportare in territorio nazionale delle produzioni delocalizzate all’estero. Soprattutto, perché rappresenta una fumata bianca per la scongiura dei 1.726 licenziamenti annunciati a inizio luglio dal patron dell’azienda che produce salotti, Pasquale Natuzzi.
Il ‘Piano per il lavoro’, che è stato accolto dal 90% dei lavoratori del gruppo, dovrebbe salvare definitivamente dal licenziamento almeno 1500 persone. Secondo quanto si apprende, l’accordo contiene la riduzione immediata degli esuberi da 1.726 a 1.506 grazie alla ricollocazione di 220 persone nello stabilimento di Jesce (Matera), dove era stata quasi azzerata la produzione. Più articolato, invece, il piano per il riassorbimento dei restanti 1380 esuberi: 600 lavoratori andranno in mobilità attraverso incentivo all’esodo volontario (previste due fasce di incentivo, da 20mila a 32mila euro), e circa 500 verranno reinseriti nel mondo del lavoro attraverso il trasferimento di produzioni dalla Romania alla Puglia e la creazione di newco (società esterne, autonome rispetto all’azienda, ma legate alla società da specifici accordi commerciali). Natuzzi chiuderà infatti gli stabilimenti di Ginosa in provincia di Taranto e La Martella in provincia di Matera e, nel frattempo, ha affidato a una società esterna la realizzazione delle prime due nuove newco da collocare proprio in questi due ultimi siti, che torneranno al lavoro grazie al trasferimento della Leather Editions, la linea del segmento medio attualmente prodotta in Romania. Una linea con previsioni di crescita di fatturato importanti che, in base agli ultimi dati, potrebbe creare in Puglia nei prossimi anni altri 200 posti di lavoro.
Il piano per il riassorbimento degli esuberi si completa con l’estensione della gamma e con la creazione di una nuova linea notte di complementi d’arredo attraverso un’ulteriore newco. Con questa nuova produzione l’azienda punta a recuperare altri 150 posti di lavoro. I sindacati chiederanno espressamente che questa linea venga trasferita negli stabilimenti in provincia di Bari.
A novembre partirà il progetto regionale per l’individuazione degli imprenditori ‘volenterosi’ che istituiranno le newco nel distretto grazie anche al sostegno dei 102 milioni di euro messi a disposizione da Regioni Puglia e Basilicata nell’ambito dell’accordo di programma. Le nuove piccole aziende dovranno avviare l’attività entro aprile del 2014.
Le reazioni di rappresentanti delle istituzioni e del sindacato circa il raggiungimento dell’intesa sono state entusiaste. Dal canto suo, il presidente del gruppo Pasquale Natuzzi, che già a luglio aveva fatto intendere, in un’intervista esclusiva rilasciata a Pambianconews, che esistessero spazi per continuare a produrre in Italia, dichiara in una nota diffusa dal gruppo: “È un accordo che traccia l’inizio di un percorso. A partire da domani ci troviamo tutti di fronte a una sfida decisiva, che implicherà un impegno straordinario e corale affinchè le condizioni previste dall’accordo si realizzino e contribuiscano agli obiettivi di tutti: il recupero della competitività delle produzioni made in Italy, la difesa del lavoro e delle competenze professionali, il rilancio di un intero territorio”.