Addio Cina. Aria di cambiamento per la supply chain dell’industria calzaturiera che sta cercando alternative alla Grande muraglia. I motivi di questa migrazione sono i costi, visto che in Cina i salari crescono e, per contro, la reperibilità di manodopera nelle province costiere è sempre più difficoltosa. Anche lo spostamento verso le province interne del Paese, promossa da Pechino, è poco agevole e implica una riorganizzazione dei distretti produttivi che non si improvvisa in poco tempo.
Così molte aziende spostano la produzione in Vietnam, dove la situazione è più favorevole: in particolare, a registrare una forte crescita sono i distretti calzaturieri attorno a Hanoi e Ho Chi Minh City, grazie ai quali il Vietnam si colloca oggi al quinto posto nella graduatoria mondiale degli esportatori di calzature, con vendite all’estero per 7,25 miliardi di dollari. Come riportato da Il Sole 24 Ore, considerazioni analoghe valgono anche per altre filiere, come quella del tessile/abbigliamento (17,15 miliardi) e del mobile (4,67 miliardi).
Ma nel panorama dei Paesi produttori spunta anche la Bosnia: è di questi giorni la notizia che il calzaturificio A&G, che distribuisce i marchi Janet&Janet e Janet Sport, delocalizzerà in Bosnia e in Turchia l’intera produzione di scarpe. L’azienda di Serra de Conti (Ancona) di proprietà della famiglia Ricci ha reso noto che produrrà all’estero anche le produzioni di articoli di livello superiore, che ad oggi (al contrario di quelle di fascia media) erano ancora prodotti sul suolo marchigiano.