Le indiscrezioni delle ultime settimane danno Furla in direzione di una quotazione a Hong Kong. E scattano le ipotesi sulla valutazione dell’azienda.
Sono diversi gli indizi che conducono all’ipotesi di un’Ipo. Intanto, il ritorno, lo scorso maggio, di Eraldo Poletto alla guida della società. Il manager aveva lasciato Furla appena qualche mese prima (in novembre 2012) per guidare Alfred Dunhill, marchio del gruppo Richemont. Il suo rientro, spiegava una nota di Furla, era stato deciso “in vista del varo di importanti piani di sviluppo che porteranno a un’accelerazione della crescita ed espansione aziendale”.
Inoltre, l’operazione pare coerente sia in termini di timing sia di localizzazione. Potrebbe essere una delle ultime finestre per ottenere, sulla Borsa asiatica, un’alta valutazione di un brand europeo del lusso, e specificatamente della pelletteria (settore che accomuna le altre quotate a Hong Kong: Prada, Samsonite e Coach). Gli elevati multipli che oggi il mercato riconosce alle griffe occidentali non è così certo saranno replicabili nel medio termine, alla luce della crescente influenza dei marchi cinesi e di una maturazione più selettiva dei consumatori d’oltre Muraglia. Per giunta, Furla arriva da un biennio con i conti in accelerazione: i ricavi sono stati 150,3 milioni di euro nel 2010, sono cresciuti a 172,6 nel 2011 e sono arrivati a 212,8 nel 2012. Gli utili sono stati, rispettivamente, 0,5 milioni, 12,7 milioni e 17,7 milioni.
È possibile ipotizzare un range di valutazione di Furla, considerando i multipli riconosciuti ai tre competitor. L’indicatore più semplice per la simulazione è il rapporto tra utili 2012 e il prezzo di Borsa (il cosiddetto p/e, dall’inglese price/earning). Tale indicatore è pari a 30 per Prada (che vale cioè trenta volte gli utili 2012), scende a 24 per Samsonite e va ancora più giù, a 14, per Coach. Furla potrebbe dunque essere quotata in un intervallo compreso tra 30 volte gli utili 2012, dunque un valore di 531 milioni di euro (17,7 x 30), nel caso le fosse riconosciuta un’identità simile a quella di Prada, e 14 volte gli utili 2012, quindi un valore di 247,8 milioni, se fosse accomunata a Coach.