Un bagno di luce inonda al crepuscolo una delle terrazze più suggestive di una città tradizionalmente votata al lavoro, al business e all’aperitivo tedioso: chi scrive si è invece emozionato quando alle otto di sera il 39esimo piano del grattacielo che ospita la nuova sede della Regione Lombardia a Milano ha cominciato a sfavillare per un evento dell’ultima fashion week maschile. Sembrava di viaggiare a bordo di un’astronave, e l’aria era ventilata e frizzante. Insomma una nuova, solare Milano ci ha sorriso da quella terrazza aprendo prospettive ottimistiche anche a chi non crede che la città un tempo mecca dell’Italian style possa rialzare la testa di fronte a Londra e Parigi. I grattacieli di Porta Nuova, il nuovo cuore pulsante di Milano in zona Garibaldi, sembrano dire che la città, per quanto borghese e spesso un po’ grigia, può davvero farcela a riconquistare lo scettro di capitale economica dell’eccellenza tricolore nella moda e nel design. La luce dell’innovazione e dello sperimentalismo simboleggiati da quel grattacielo sospeso nell’aria come una scultura siderale rischia però di essere offuscata dai capricci dei signori del made in Italy. Voci dolenti dalla Camera Nazionale della Moda Italiana fanno sapere che persino i giovani stilisti litigano furiosamente fra loro per il calendario. Ma aldilà delle lotte intestine su chi è dentro e chi è fuori un aspetto ha messo tutti d’accordo nell’ultima fashion week: rilanciare la dolce vita milanese che è pur esistita durante i rampantissimi anni 80 e che potrebbe rinascere. Un nuovo edonismo fatto di bellezza e savoir vivre che all’estero ci hanno sempre invidiato come ai tempi del playboy Gigirizzi, scomparso in questi giorni. In attesa dei suoi epigoni eleganti e dolcemente sconsiderati gli stilisti si sono dati un gran daffare per riscoprire location di prestigio, inesplorate o peggio dimenticate. Ermenegildo Zegna ha allestito un padiglione avveniristico in piazza Sei Febbraio animato da installazioni postmoderne a base di suoni e luci, opera di artisti di talento. Roberto Cavalli ha scelto una dimora patrizia a pochi passi dal Duomo con un cortile spettacolare per proporre una collezione per collezionisti d’alto rango, mentre Gucci ha festeggiato in Palazzo Cusani l’apertura della prima boutique maschile europea. Infine Brioni ha invitato i suoi ospiti all’Accademia di Brera schierando i suoi modelli dall’aria dandy all’ombra della statua fiera e prestante di Napoleone. In tempi non sospetti Diego Della Valle ha inaugurato questo filone scegliendo di presentare le creazioni della sua Tod’s nella bellissima Villa Necchi Campiglio, oggi set di film e servizi fotografici. Un atto di forza in nome di una grande bellezza.
di Enrico Maria Albamonte