Il conto alla rovescia è agli sgoccioli. Dopo dieci anni di attesa, è infatti previsto per domani il taglio del nastro del Muse, il museo della scienza di Trento, firmato da Renzo Piano e “appoggiato” tra le montagne del Trentino dove prima sorgeva l’area industriale Michelin. Lo spazio espositivo, che si estende su cinque piani per un totale di ben dodicimila metri quadrati di superficie, è pensato per raccontare la storia del pianeta Terra attraverso cinque parole d’ordine: evoluzione, ambiente, innovazione, biodiversità e sperimentazione. Tutta la struttura del museo è ecosostenibile (l’approvvigionamento energetico va dal solare al geotermico e sfrutta fonti fino a cento metri di profondità) e si avvale delle più nuove tecnologie.
Infatti, una volta oltrepassato l’ingresso, il visitatore è protagonista di un viaggio sensoriale a 360 gradi: può sentire l’aria fredda, toccare il ghiaccio, passeggiare in un bosco, osservare uno strano insetto oppure fissare negli occhi l’uomo di Neanderthal. E ancora, può estrarre e mappare il Dna, trovare le risposte alle proprie domande toccando uno schermo, ascoltare i rumori della montagna, osservare un’orma di dinosauro e sentire il profumo degli alberi,
Ma la festa non riguarda solo un museo, ma tutta la città di Trento: “L’ingresso del Muse diventa una sorta di luogo pubblico pensato per la gente, che prosegue all’esterno, nel prato e nel nuovo quartiere, collegato attraverso un sottopasso al cuore della città”, ha spiegato Renzo Piano. “In queste sale, che alternano spazi di luce e ombra, tutti saranno i benvenuti. L’architettura deve essere gioiosa, deve coltivare tenacemente l’idea che i luoghi per la cultura sono luoghi di civiltà e di incontro, in cui ritrovarsi e partecipare della stessa gioia”.