Il real estate americano sempre più “preda” degli investitori cinesi. Il trend, iniziato in sordina due anni fa, è diventato un fenomeno caratterizzato da investitori facoltosi che da Pechino arrivano negli Stati Uniti a caccia di proprietà immobiliari, in particolare grattacieli, hotel e stabili commerciali. Gli investitori cinesi e di Hong Kong sono diventati i secondi principali compratori stranieri di abitazioni americane, dopi i canadesi, avendo messo sul piatto nove miliardi di dollari dal marzo 2011 al marzo 2012.
La lista delle operazioni siglate è lunga e gli esempi per dare il senso di quanto sta succedendo non mancano. A partire dalla famiglia del manager Zhang Xin, amministratore delegato della società Soho China che affitta uffici, che dopo essersi aggiudicata il 49% del grattacielo di Park Avenue Plaza di Manhattan per 600 milioni di dollari, ha comprato anche il 40% del General Motors Building, il palazzo con vista su Central Park il cui valore è stimato a 3,4 miliardi di dollari. E ora Dalian Wanda Group, colosso cinese delle costruzioni, si prepara a costruire un hotel di lusso a Manhattan.
Il fenomeno, fa notare Il Sole 24 Ore, ricorda un po’ quello degli anni 80, quando furono i giapponesi a inondare il real estate statunitense aggiudicandosi immobili da cartolina come il Rockfeller Center a New York e i campi da golf di Pebble Beachh in California. Ma, diversamente da allora, questa volta gli investitori sono ben accolti, o almeno lo è il denaro che stanno iniettando nell’economia americana.