Il nuovo corso di Smi-Sistema Moda Italia sotto la presidenza di Claudio Marenzi, votato oggi a Palazzo Mezzanotte (sede della Borsa) all’unanimità dall’assemblea dell’associazione confindustriale, riparte dal nodo del Made in, il sistema di etichettatura delle merci extra europee. “Il primo e unico nodo su cui occorrerà lavorare sarà aumentare i fatturati delle aziende all’estero”, ha dichiarato a caldo a Pambianconews il nuovo presidente di Smi, imprenditore alla guida dell’azienda di famiglia Herno. “Significa prendere coscienza – ha continuato Marenzi che raccoglie il testimone da Michele Tronconi – del fatto che abbiamo una filiera unica al mondo. Per questo motivo dobbiamo battere i pugni a livello europeo per l’approvazione in tempi brevi del Made in. Di fronte e politiche fiscali non favorevoli il sistema di tracciabilità è l’unico modo per sottolineare anche all’estero la qualità delle produzioni italiane che non hanno eguali”. D’altra parte, l’internazionalizzazione rappresenta l’unica via per il settore tessile-moda italiano. Dopo due anni contrassegnati da un andamento positivo, nel 2012 il comparto ha visto il fatturato attestarsi a 51 miliardi di euro (-3,2%) con esportazioni in calo dello 0,8%, ma con un andamento a doppia velocità sotto il profilo geografico. L’Ue che assorbe il 53,9% dell’export settoriale, ha accusato una contrazione del 5,3% mentre le aree extra Ue hanno mantenuto una spinta positiva del 4,9% trainate da Usa (+15,1%), Giappone (+14,9%) e Cina (+18,3%). Altro tema che vedrà impegnato il nuovo presidente di Smi sarà il rinnovo del contratto collettivo del lavoro del settore tessile-abbigliamento che, come ha aggiunto Tronconi nel corso del l’intervento di fine mandato, “non siamo riusciti a chiudere e la sua conclusione richiederà ancora tempo”. Così per Marenzi, “sarà fondamentale il contributo delle parti sociali, abbandonando le barriere ideologiche”.