Nessuna sorpresa per l’export di lancette elvetiche nel mese di aprile. Ma la grossa novità potrebbe arrivare sul fronte dei dazi all’importazione in Cina degli orologi made in Swiss, fattore che potrebbe riaccendere il mercato del Drago. Le esportazioni nel periodo sono cresciute del 5,7% in valore, con un miglioramento rispetto al +0,6% in marzo e al -2,5% in febbraio e con l’alto di gamma che ha continuato a mettere a segno performance migliori del mercato, incrementando dell’8% (il rialzo era stato del 7% in marzo) nonostante il mercato cinese si sia confermato debole. Dalla Germania e Giappone sono arrivati i risultati più positivi del mese.
Come già registrato nei primi tre mesi del 2013, i mercati principali hanno continuato a muovere a due velocità. Il rallentamento anno su anno a Hong Kong è rimasto stabile (-7% in aprile, -8% in marzo) mentre la Mainland China resta in calo a doppia cifra (-22% in aprile, -31% in marzo). Un trend che “non dovrebbe sorprendere il mercato – si legge in un report di Credit Suisse -, e che, dati i termini di paragone più facili da raggiungere, dovrebbe migliorare nella seconda metà dell’anno”. In Europa, debole la Francia (-15%), bene la Germania, l’Italia e il Regno Unito. Stabile l’export verso gli Usa, mentre in Giappone è cresciuto del 12 per cento.
La partita, quindi, si gioca a tutto campo, ma un’attenzione particolare è rivolta al mercato cinese. Da un lato, c’è l’abbassamento delle tasse d’importazione di orologi svizzeri in Cina previsto nell’ambito dell’accordo Fta (free trade agreement) siglato nei giorni scorsi tra la Confederazione e la Repubblica popolare. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters/Bloomberg, l’intesa dovrebbe tradursi in un taglio del 18% nel primo anno e del 5% annuale in quelli successivi (per un totale -60% in 10 anni). Gli analisti stimano che avrà un impatto relativamente basso a livello di prezzo retail. Altri elementi della tassazione, infatti, potrebbero mantenere un differenziale di prezzo significativo tra la Cina e l’Europa. Dall’altro lato arriva oggi la notizia di un’intesa Svizzera-Cina nei segnatempo, grazie a un accordo siglato dalla FH (la Federazione dell’Industria Orologiera Svizzera) e il Seco (Segretariato di Stato dell’Economia) e i loro omologhi cinesi per favorire le relazioni commerciali, la difesa del made in Suisse e la lotta alla contraffazione.