Benetton si mobilita ancora, per le vittime del Bangladesh morte nel crollo del Rana Plaza Building a Dacca. Ma non riesce a evitare le polemiche.
Pochi giorni fa aveva sottoscritto il Fire and Building Safety Accord per la sicurezza dei lavoratori, una firma arrivata dopo quella dei colleghi stranieri di H&M, Inditex e dell’olandese C&A, e dopo che il gruppo si era difeso definendo come “occasionale” una fornitura commissionata alla fabbrica della tragedia.
Ebbene, ieri Benetton Group si è fatto promotore di una nuova iniziativa, questa volta a sostegno delle persone ferite e alle loro famiglie. Il gruppo trevigiano ha annunciato una partnership con Brac, una ong che cura programmi di intervento a sostegno di persone e comunità in situazioni di povertà. Nel contesto di questa collaborazione, Benetton Group, si impegnerà ”a fornire nell’immediato un primo aiuto finanziario per arti artificiali e interventi chirurgici rivolti alle persone rimaste ferite nel crollo del Rana Plaza – ha dichiarato nel comunicato Biagio Chiarolanza, amministratore delegato di Benetton Group – inoltre stiamo sviluppando, in stretta collaborazione con Brac, un programma a lungo termine principalmente focalizzato sulle famiglie che hanno perso la loro unica fonte di reddito in seguito alla disgrazia, e che prevede inoltre diverse forme di supporto”.
Ma la tempistica della mossa degli United Colors non si è rivelata delle più felici. L’annuncio è arrivato proprio nel giorno in cui la società ha subito un attacco a colpi di vernice e uova lanciate contro le vetrine del negozio di Rialto, Venezia, da una quarantina di attivisti dei centri sociali Morion e Rivolta. Una protesta, come si legge sulla stampa locale, per ricordare le persone morte nel crollo del 24 aprile scorso, al grido di ”Benetton è colpevole”.