La Milano proiettata verso l’Expo sempre più provincia araba di Doha. Il fondo sovrano Qatar Holding, già conquistatore dei resort della Costa Smeralda, ha raggiunto la terraferma e ieri ha ufficializzato l’acquisto del 40% di Porta Nuova, il piano di sviluppo immobiliare da oltre due miliardi di euro che sta lavorando per riqualificare 290 mila metri quadrati del centro città, nei quartieri Garibaldi-Repubblica. Il distretto è quello del nuovo quartier generale Unicredit, il cui grattacielo progettato da Cesar Pelli (il più alto della città con i suoi 230 metri d’altezza) svetta su piazza Gae Aulenti, ed è il luogo dove dovrebbero arrivare nuove torri e una Biblioteca degli alberi.
Il Qatar, dunque, scommette sul real estate italiano. Intanto, suggerisce a Repubblica Manfredi Catella, l’AD di Hines Italia, società capofila di Porta Nuova, “va colto il segnale di fiducia”. Per il gestore italiano, d’altra parte, l’iniezione di risorse assicurata dall’emiro Hamad Bin Khalifa Al Thani significa la possibilità di rafforzarsi e riprendere slancio in un periodo non certamente felice per il settore immobiliare.
Il fondo sovrano ha già investimenti enormi nell’eurozona: Barclays plc e Credit Suisse, Harrods e London Stock Exchange, Lagardere e Porsche. In Italia, fino a ieri, un meraviglioso pezzo di Sardegna e gli affari con Cassa depositi e prestiti (una joint venture da 2 miliardi di euro). Ora si sono aggiunti i grattacieli di Porta Nuova. Ma nei dossier dell’emiro compaiono anche aziende del settore alimentare e della moda.