Jc Penney raccoglie i cocci. Dopo l’iniezione di fiducia arrivata grazie a George Soros – l’imprenditore statunitense che attraverso il suo fondo Soros Fund Management si è aggiudicato il 7,9% dei grandi magazzini stelle e strisce (come annunciato ieri da Pambianconews) il gruppo ha ottenuto un prestito di 1,75 miliardi dollari da Goldman Sachs Group Inc, che avrà una durata di cinque anni.
L’amministratore delegato Myron Ullman sta impegnandosi per puntellare le finanze del gruppo, da quando ha sostituito Ron Johnson, tre settimane fa. L’ex di Apple era stato chiamato un anno fa per risollevare le sorti dei grandi magazzini americani fondati oltre 100 anni fa, ma è stato mandato a casa, con la società sull’orlo del fallimento, i conti in rosso e un massiccio crollo delle vendite.
La prima mossa di Ullman è stata quella di sfruttare una linea di credito revolving per un prestito di 850 milioni di dollari a inizio aprile. Il secondo passo è stato quello di correggere la cura dei prezzi messa in atto dall’ex manager Apple, che aveva tagliato le promozioni, cancellato il programma dei saldi, poi precipitosamente reintrodotto quando è stato chiaro che l’azienda perdeva grandi quantità di denaro, e messo fine ai popolari buoni sconto. Una serie di scivoloni che avevano fatto scappare molti clienti.
Ora i grandi magazzini hanno avviato una nuova strategia di prezzi. Alcuni prodotti manterranno i prezzi bassi tutti i giorni, mentre altri vedranno un aumento sui cartellini, in modo da poter attivare degli sconti durante la stagione, perché, secondo quanto ha potuto rilevare il gruppo stesso, i clienti preferiscono vedere lo sconto alla cassa anziché averlo incorporato nel prezzo.