Uno Maglia punta a risalire nel 2013. La società leader nella creazione e produzione di abbigliamento in jersey maschile e femminile punta a recuperare il terreno perso nel 2012. L’azienda, che lavora per alcune griffe tra cui importanti maison francesi, delle quali però per politica aziendale non diffonde i nomi, lo scorso anno ha risentito delle difficoltà sul mercato italiano, che rappresenta circa il 46% del volume d’affari, registrando un fatturato consolidato pari a 11,350 milioni di euro, in diminuzione del 10% rispetto all’anno precedente.
L’azienda ha spiegato in una nota che a contribuire a questo calo è stata una riduzione del 29% delle vendite registrata nella stagione P/E 2013, dovuta principalmente a un cliente strategico del quale non ha voluto rivelare il nome che, con l’arrivo del suo nuovo direttore artistico, ha radicalmente cambiato il prodotto e l’immagine del marchio, contribuendo a una diminuzione delle vendite stagionali di 2,050 milioni di euro.
Ma secondo lʼAD Bertrand Thiry, durante l’anno appena trascorso la società ha ”posto le basi per una sana e lunga crescita per gli anni a venire” e per il 2013, anno nel quale il gruppo prevede un +10% di fatturato. Intanto, il primo trimestre 2013 è risultato allineato al budget, con un leggero aumento del 2% rispetto alle previsione di budget 2013, un trend positivo che lascia pensare al raggiungimento degli obbiettivi prefissati.
Come ha precisato Thiry, questʼanno Uno Maglia punterà a rafforzare ulteriormente la propria posizione in Italia e allʼestero, soprattutto in Francia, che si conferma il primo Paese per lʼazienda. Il punto di forza di Uno Maglia rimarranno i classici prodotti-faro, la Polo e la T-shirt in jersey, che rappresentano infatti il 52% dei volumi venduti dalla società. Un’attenzione particolare andrà poi alla linea donna, lanciata tre anni fa, che oggi conta il 42% dellʼattività, e che potrebbe superare nelle prossime stagioni il 50%.
Nel 2013, infine proseguirà la politica di investimenti legata alla logistica, alla tecnologia e allʼinnovazione del know-how, e verrà lanciato un percorso di responsabilità sociale dʼimpresa (CSR) per rispondere ai criteri di sicurezza dei lavoratori e di qualità dei sistemi produttivi.