Burberry batte le attese degli analisti e chiude il secondo semestre dell’anno con ricavi a 1,12 miliardi di sterline (pari a circa 1,3 miliardi di euro) con una crescita delle vendite del 9 per cento. Ma lo sprint e il plauso da parte degli analisti arriva dall’ultimo trimestre che ha regalato al colosso guidato da Angela Ahrendts un incremento dei ricavi dell’11% a 503 milioni di sterline (585 milioni di euro) frutto dell’imponente domanda legata al capodanno cinese e alle nuove aperture. E proprio questo trend nell’area Asia Pacific e in particolar modo in Cina potrebbe essere una “sorpresa positiva” per Burberry, segnalano gli analisti, considerata la debolezza evidenziata nei giorni scorsi dal comparto fashion e luxury goods di Lvmh. A sostenere la crescita del gruppo inglese nel secondo semestre è stato soprattutto il settore dell’outwear e dell’abbigliamento uomo e, sul fronte distributivo soprattutto il canale retail diretto che già rappresenta il 75% dei ricavi, dove le vendite di Burberry sono aumentate del 13% anche se per l’anno fiscale in corso il colosso britannico si aspetta una crescita dei ricavi intorno al 5 per cento. D’altro canto il canale wholesale permane in calo con un -3% registrato nel secondo semestre e proprio considerata la persistente debolezza di questo segmento, per la prima metà dell’esercizio fiscale 2013/2014 il gruppo prevede un cale del turnover sul questo fronte del 10% circa.
Sul fronte dei mercati si è registrata una buona performance soprattutto in Asia. La macro regione Asia Pacifico ha ottenuto nei sei mesi conclusi al 31 marzo ricavi in crescita del 15% con un turnover complessivo di 447 milioni di sterline (520 milioni di euro), un valore che arriva quasi a sfiorare la metà del turnover complessivo ed è guidato da Cina e Hong Kong. In positivo anche gli altri mercati con le Americhe a +7% mentre l’Europa si ferma a un debole a +2 per cento. Per il 2014 il gruppo si aspetta una crescita dei ricavi nonostante lo scenario rimanga difficile. Nel corso dell’anno sono previsti 25 nuove aperture che interesseranno in modo particolare proprio la Cina e l’America Latina.