Dopo un 2012 da record e un gennaio in segno positivo, alla vigilia di Baselworld l’industria svizzera degli orologi mostra – attesi – segnali di rallentamento. Nel mese di febbraio l’export delle lancette Swiss made si è attestato a 1,6 miliardi di franchi (1,32 miliardi di euro), con un calo del 2,5% rispetto al valore del febbraio 2012.
A pesare soprattutto è la frenata del primo mercato, Hong Kong (-24% in valore), e della Cina (-33%), quest’ultima attesa dagli esperti del settore a seguito delle tasse contro il lusso imposte dal governo del Dragone. In calo anche il mercato francese (-11%). Bilanciano il risultato i rialzi registrati negli Usa, in Germania, a Singapore, negli Emirati Arabi, in Italia (+14%), in Giappone e in Uk.
Rispecchiando l’andamento del settore lusso in generale, la fascia alta, rappresentata dagli orologi con prezzo superiore a 3mila franchi, è stata l’unica a non subire battute d’arresto. Questo spiega la flessione a doppia cifra delle esportazioni in volume (-14%). Il rallentamento di febbraio è attribuito alla frenata dei mercati asiatici ma a effetti statistici (nel febbraio 2012 l’export aveva messo a segno un vero e proprio boom, difficilmente replicabile).
Secondo la Fédération de l’Industrie Horlogère Suisse e gli esperti di Vontobel il settore chiuderà comunque il 2013 in crescita, a una e non più a due cifre, stimata dall’analista rossocrociato intorno agli 8 punti percentuali.