Si accelerano i tempi per l’ammissione al concordato preventivo di Sixty, procedura che dovrebbe finalmente fare chiarezza sul futuro del gruppo di abbigliamento passato nelle mani del fondo asiatico Crescent HydePark. Il Tribunale fallimentare di Chieti ha ricevuto ieri la richiesta di concordato preventivo per la Sixty nell’udienza di comparizione dei soggetti interessati, ovvero i vertici di Sixty e di Crescent HydePark. Si tratta del primo passo della procedura concorsuale alla quale dovrebbe seguire già oggi il deposito del provvedimento al Tribunale. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, non è detto che l’iter si risolva necessariamente nel concordato preventivo dal momento che il Palazzo di giustizia di Chieti ha una tradizione di intervento molto prudente nelle vicende fallimentari. Di certo, la situazione attuale non lascia molte altre speranze considerato il tracollo del fatturato negli ultimi cinque anni: dai 680 milioni di euro del 2007 ai circa 266 milioni del 2011 con un’esposizione bancaria di 250 milioni. A febbraio i nuovi proprietari hanno presentato al governo un piano che prevede la creazione di una newco che dovrebbe assorbire una cinquantina degli attuali dipendenti (un numero che potrebbe aumentare nei prossimi anni), e nel contempo la costituzione di un’impresa satellite che garantirebbe lavoro ad altri 60-70 lavoratori. Ma dal prossimo 12 aprile le prospettive per 300 lavoratori del gruppo rischiano di diventare sempre più grigie: l’azienda, secondo quanto riportato sempre dai quotidiani locali, non sarebbe più disposta ad anticipare la cassa integrazione esigibile.