Basta depositare la dichiarazione dei redditi, e per qualcuno si accendono i riflettori. Se quel qualcuno è Abercrombie & Fitch, è bastato depositare un file alla Sec con i risultati del 2012 per ottenere massimo risalto mediatico. Anche se, in realtà, quegli stessi risultati erano stati comunicati oltre un mese fa, esattamente il 22 febbraio, scatenando peraltro un rimbalzo del titolo sulla Borsa di New York.
A ogni modo, i conti meritano anche una “seconda occhiata”. Il gruppo di abbigliamento americano ha terminato lo scorso esercizio (chiuso a inizio febbraio) con un ultimo trimestre in grande accelerazione in termini di utili: 173 milioni di dollari contro i 19,6 dello stesso periodo 2012. C’è però da considerare che, nel trimestre, è stata contabilizzata una settimana in più e che, soprattutto, è stato utilizzato un differente metodo di valorizzazione del magazzino. Le vendite, sullo stesso arco temporale, sono cresciute del 10,5% a 1,47 miliardi di dollari, meno delle stime degli analisti.
Sull’intero esercizio, Abercrombie ha ottenuto ricavi per 4,510 miliardi di dollari, rispetto ai 4,158 del 2012, con utili per 237 milioni di dollari contro i precedenti 144 milioni.
L’utile operativo lordo è stato di 2,816 miliardi, pari al 60% dei ricavi (63,4% nell’ultimo trimestre), un risultato assai positivo, reso possibile dal netto calo dei costi di prodotti.