Benetton dà il via al progetto di trasformazione del modello di business. E, nell’ambito di questo piano, il primo importante passo è l’accordo con le organizzazioni sindacali sottoscritto ieri sera e che, dopo una serie di incontri che si sono susseguiti nell’ultimo mese e mezzo, fa rientrare l’allarme sui tagli al personale e sui timori di una chiusura dei rapporti con i laboratori terzisti. Le sigle sindacali delle categorie tessili di Cgil, Cisl e Uil di Treviso hanno sottoscritto ieri sera con Benetton Group un’intesa per la gestione dei 206 esuberi, numero annunciato dall’azienda a fine febbraio e inferiore del 10% circa rispetto ai 228 ipotizzati inizialmente. L’accordo ha previsto in via prioritaria l’utilizzo dei contratti di solidarietà e solo per una parte del personale il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. L’intesa prevede anche una diversa organizzazione dei laboratori esterni italiani, una novantina in tutto dislocati prevalentemente in Veneto, che continueranno a lavorare per Benetton. Un terzo, già impegnato dall’attività di servizi, manterrà le commesse, un altro terzo sarà riconvertito progressivamente dalla produzione ai servizi. Secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato del gruppo Benetton Biagio Chiarolanza alle agenzie, “l’accordo che abbiamo siglato oggi con i sindacati ci permette di proseguire questo percorso di profonda trasformazione, mettendo le basi perché il business possa ritornare a crescere nel lungo termine ed essere di nuovo competitivo. L’obiettivo del piano di trasformazione – ha aggiunto l’ad – è di adeguare il nostro modello di business a dinamiche di settore che sono profondamente cambiate nel corso degli anni. Questo cambiamento – ha concluso Chiarolanza – era diventato per noi necessario e imprescindibile”.