Coin, chiuso Democratic Wear, ci riprova con i giovani stilisti. La catena di abbigliamento aveva lanciato il progetto nel 2010, con l’obiettivo di condividere e promuovere giovani talenti, impegnati a creare capi glamour in edizione limitata a un prezzo unico e “democratico” di 10 euro. L’iniziativa si era però conclusa dopo tre edizioni. Per via di un cambio di strategia da parte dell’azienda, si erano infatti preferiti marchi già affermati (come G-Star, Napapijri e Eastpak). Secondo indiscrezioni, però, dalla primavera del 2013 partirà il nuovo progetto Ovs Fashion for Young Generation, in collaborazione con scuole di moda internazionali, che consentirà a un talento di veder arrivare nelle vetrine democratiche un suo capo, realizzato sotto la direzione di un tutor. La prima scuola coinvolta è la St. Martins di Londra e il tutor sarà Matthew Williamson.
L’esperienza di Coin rientra in uno scenario complesso ed estremamente delicato per l’Italia, che sarà analizzato nell’inchiesta intitolata “Stilisti per una notte”, in uscita la prossima settimana su Pambianco Magazine. Che fine fanno i giovani designer che vincono i premi indetti sul territorio italiano? Quale strada disegna nella carriera degli stilisti più promettenti il trionfo in uno di questi riconoscimenti? E, da ultimo, quali sono i player coinvolti nella valorizzazione del talento in Italia?
Negli ultimi dieci anni, solo i quattro concorsi più importanti a livello nazionale – Who is On Next?, Its, Next Generation e Mittelmoda – hanno puntato i riflettori su circa 400 giovani stilisti, tra finalisti, trionfatori, vincitori di premi speciali e partecipanti alle serate conclusive dei concorsi. Un plotone di giovani di cui, però, “uno su mille ce la fa”.