Il rallentamento dell’area Asia-Pacifico nel terzo quarter porta a risultati inferiori alle attese per il Gruppo Richemont. Il colosso svizzero del lusso nel trimestre ha riportato ricavi pari a 2,862 miliardi di euro, in crescita del 9% a tassi di cambio correnti o del 5% a cambi costanti, un risultato inferiore al consensus (+7,5% a cambi costanti) e che evidenzia un forte rallentamento rispetto al primo semestre, chiuso a +21% cambi correnti o +12% a cambi costanti. In frenata tutte le principali aree geografiche escluse le Americhe (+13% a cambi costanti), ma a preoccupare è in particolare l’Asia-Pacifico, che ha chiuso il trimestre con vendite in linea con lo stesso periodo dello scorso esercizio a fronte di un +9% registrato nel primo semestre.
La battuta d’arresto ha poi riguardato sia il segmento retail sia quello wholesale, cresciuti rispettivamente del 9% e del 2%, rispetto ai +15% e +8% riportati nel primo semestre.
Un risultato che “riflette la cautela dei nostri partner retail e l’ambiente retail meno favorevole, soprattutto nella regione Asia-Pacifico”, si legge nella nota de gruppo. In merito all’outlook per il quarto trimestre, il management ha sottolineato che “in questo momento, non è chiaro come si evolverà il business nell’area Asia-Pacifico nel futuro prossimo”.
Infine, secondo quanto riporta nel quotidiano svizzero Le Temps, Richemont avrebbe stretto un accordo di joint venture al 50% con la più grande catena di gioiellerie al mondo, la cinese Chow Tai Fook, quotata a Hong Kong dal 2011. Chow Tai Fook distribuisce già diversi brand del gruppo svizzero, come Cartier, Piaget e Jaeger-LeCoultre. Alla nuova realtà dovrebbe essere affidata la distribuzione in Cina degli orologi del marchio di Richemont Baume & Mercier.