“A caval donato …” recita il proverbio. In questo caso, il cavallo è griffato Brunello Cucinelli, l’imprenditore che, nei giorni scorsi, ha distribuito a 783 dipendenti 5 milioni di euro, ottenendo un certo risalto sui media. I quali sono arrivati anche a tentare un parallelo con la figura dell’industriale umanista Adriano Olivetti. Tuttavia, non sempre, e non tutti gli aspetti sono stati approfonditi. A cominciare dal fatto che Cucinelli è una società quotata, e che una erogazione liberale degli utili dell’azienda, come diversi giornali hanno scritto, potrebbe creare qualche malumore negli azionisti. Su questo punto, gli analisti tranquillizzano: i soldi, infatti, non provengono dalle casse societarie, bensì dalla Fondazione dell’imprenditore, ergo nessun effetto sui conti. Dunque, nessun malumore in Borsa.
Un punto assai più spinoso riguarda la gestione delle dipendenze e i rapporti con i sindacati. Il regalo di Natale che porta 6.385 euro nelle buste paga di ogni lavoratore, arriva in un momento delicato. La Cgil di Perugia, interpellata da Pambianconews, ha spiegato che in questo periodo ha avviato un tentativo di approccio nei confronti dell’azienda richiedendo un incontro, all’interno dello stabilimento, con tutti i dipendenti. L’obiettivo, spiegano i sindacalisti, è quello di “rendere consapevoli i lavoratori delle caratteristiche del contratto nazionale cui sono sottoposti e promuovere la sindacalizzazione dell’azienda. Per far sì che i lavoratori possano contribuire alla stesura del loro contratto di lavoro, secondo la legge, e creare dei sindacati interni (Rsu – Rappresentaze Sindacali Unitarie). Ma dall’azienda non è ancora giunto l’ok all’assemblea”. “In realtà – ribattono dalla Cucinelli – un’assemblea fu convocata in luglio 2011. L’azienda, in accordo con i sindacati mise a disposizione degli spazi per l’assise che andò deserta. Nessun dipendente si presentò”.
Questo bonus giunto senza preavviso, fa capire la Cgil, genera il timore che i lavoratori potrebbero sentirsi nella condizione di sentirsi in dovere di ricambiare la cortesia mantenendo i sindacati fuori dall’azienda. Quasi che questi ultimi siano superflui quando al comando c’è un imprenditore umanista.
Il clima e le relazioni sindacali non si sono incrinate, per effetto del gesto di Cucinelli. Anzi, resta la voglia di scherzare: “Vorrà dire che manifesteremo più spesso – chiosano dalla Cigl -, così arriveranno altri regali”. Tuttavia, la tempistica scelta non è parsa completamente coerente con l’impegno sostenibile dell’imprenditore. Confermato in questi giorni anche dalla firma, con il ministro dell’Ambiente Corradi Clini, dell’accordo volontario per la valutazione e la riduzione dell’impatto ambientale e delle emissioni di Co2 nelle sue produzioni.