Prima di tutto, ampliamento del bouquet delle licenze, da aggiungere a quelle già attive di Ermanno di Ermanno Scervino, Just Cavalli e C'N'C' Costume National. E poi ancora partnership commerciali e produttive e un nuovo impulso a Plus IT, il polo dell'accessorio in pelle. Sono queste le linee guida del piano industriale che Albisetti ha messo nero su bianco e che dovrebbe portare al rilancio della neo-acquisita Ittierre, dopo il lungo periodo in amministrazione straordinaria. Ittierre poggia su solide basi quali un patrimonio industriale, un know how unico e una forte coesione tra territorio, istituzioni e un'organizzazione industriale. Ha quindi le potenzialità per tornare ad essere protagonista anche attraverso lo sviluppo dell'insediamento produttivo in Molise e del network di competenze esistente nell'indotto del centro sud. Così Antonio Bianchi, AD di Albisetti, ha commentato l'operazione che ha portato il ramo dedicato alle linee giovani della It Holding nelle mani dell'azienda di Vertemate (Co).
Un'acquisizione che da una parte ha fatto tirare un sospiro di sollievo per il grande patrimonio di persone e know-how che l'azienda rappresenta per il sistema moda italiano, ma dall'altra non ha evitato qualche perplessità tra gli addetti ai lavori. Il motivo è legato alle dimensioni di Albisetti rispetto al giro d'affari di Ittierre. La prima, specializzata negli accessori tessili come cravatte, foulard e sciarpe, che produce in licenza per numerosi brand, ha chiuso infatti il 2010 con un fatturato di circa 60 milioni di euro e conta 120 dipendenti. Di contro Ittierre anche dopo la “dieta dimagrante” è una struttura che dovrebbe rimanere nell'ordine dei 600 dipendenti. Inoltre c'è da aggiungere che l'azienda molisana produce linee di abbigliamento uomo e donna, settore molto più articolato e complesso rispetto agli accessori. A questo punto si tratta di capire quali strategie adotterà Albisetti per farsi carico di una realtà tanto impegnativa anche dal punto di vista delle risorse umane, e a conciliare due mondi produttivi distanti e con differenti livelli di complessità.