Spinge sulla crescita retail Brioni, la storica maison romana che da 65 anni porta lo stile sartoriale italiano in giro per mondo.
Dopo aver aperto nel corso dell'anno nuove vetrine in Giappone, Messico e Spagna, il marchio guarda soprattutto alla Cina, Paese dove è già presente con sei monomarca (escludendo i due store ad Hong Kong e Macao) e dove conta di raggiungere quota 11 entro il 2011. La scelta di focalizzarci sui monobrand ? ci ha spiegato il general manager di Brioni Francesco Pesci ? è dettata sia da una strategia commerciale sia da una scelta d'immagine. Nel nostro business la crisi ha infatti colpito maggiormente il canale wholesale piuttosto che il retail, e proprio per questo vorremmo riequilibrare il rapporto multibrand-monomarca a favore di questi ultimi, che oggi generano il 50% del nostro fatturato, con l'obiettivo nei prossimi tre anni che il canale monobrand arrivi a rappresentare il 60% delle vendite, lasciando ai multimarca il 40%.
Oltre alla Cina, che oggi rappresenta il terzo mercato, Brioni può contare saldamente sugli Usa, che rimangono il primo Paese per importanza (un quarto dei ricavi arriva dal mercato a stelle e strisce) ma anche sulla Russia, che occupa il secondo posto. Sul fronte delle collezioni, risale all'ultima edizione di Milano Moda Donna, lo scorso settembre, il debutto del womenswear firmato dallo stilista Alessandro Dell'Acqua: la P/E 2011 sotto la nuova direzione creativa ? ha proseguito Pesci – ci sta dando degli ottimi risultati. La campagna vendite del prêt-à-porter donna ha registrato un +65% rispetto alla campagna per la P/E 2010. E riguardo all'andamento annuale? contiamo di chiudere il 2010 con un incremento del fatturato consolidato pari al 10% rispetto al 2009 ha anticipato il manager.
Brioni – Pechino