Per la legge sul Made in Italy è arrivato l'ok all'unanimità da parte della Commissione Industria del Senato e ora il testo passerà all'esame della Camera per l'approvazione finale. Se la legge raccoglierà la maggioranza dei voti positivi anche in questa sede, tutte le calzature, gli abiti e i prodotti in pelle dovranno applicare, in Italia, un'etichetta con la provenienza e la tracciabilità dei diversi componenti.
In particolare, potranno fregiarsi dell'indicazione Made in Italy solo quei capi che presentano due fasi di lavorazione sul territorio italiano e solo nel caso in cui, per le altre, sia verificabile la tracciabilità. I prodotti non realizzati in Italia dovranno obbligatoriamente segnalare lo Stato di provenienza.
Tre le modifiche che sono state apportate alla bozza originale approvata da Montecitorio lo scorso dicembre. La prima riguarda l'abolizione delle sanzioni per i pubblici ufficiali per omesso controllo mentre la seconda tocca i tempi di applicazione della legge. L'etichetta diventerà, infatti, obbligatoria a partire dal prossimo 1° ottobre per consentire alla Commissione europea di pronunciarsi dopo la notifica del provvedimento in Europa da parte dell'Italia.
Inoltre, il Senato ha deciso che sarà il ministro dello Sviluppo economico, insieme a quello dell'Economia e delle Politiche europee a stabilire, entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge, le caratteristiche del sistema di etichettatura, dell'indicazione sull'uso della dicitura Made in Italy e le modalità per l'esecuzione dei controlli, anche attraverso il sistema delle camere di commercio.