Quasi 4mila compratori, in crescita del 2%, si sono dati a appuntamento alla 66esima edizione di Pitti Filati. La rassegna internazionale del filato da maglieria, che si è tenuta a Firenze dal 27 al 29 gennaio, ha visto la partecipazione di cento espositori, il cui 15% proveniente dall'estero, su una superficie di oltre 20.000 m�.
La forza di Pitti Filati � ha commentato Agostino Poletto, d.g. di Pitti Immagine – è nel suo essere un vero laboratorio di ricerca, l'osservatorio privilegiato delle tendenze della moda del futuro. Dopo Pitti Uomo e Pitti Bimbo anche Pitti Filati chiude con numeri in crescita e questo è da interpretare come un segnale positivo, sia per il prodotto finito che per il semilavorato. Il numero dei buyer italiani ha segnato un aumento del 4,7% arrivando a quota 2.600, mentre per l'estero si confermano i livelli dell'ultima edizione (1.421 presenze). In crescita i numeri dei compratori da Stati Uniti, Russia, Olanda, Svizzera, Turchia, Cina, Hong Kong e Corea del Sud, meno bene, invece, le presenze da Germania, Gran Bretagna e Giappone.
E' stata una manifestazione che ci ha dato soddisfazione non solo per i numeri registrati ma anche per l'energia dei buyer e delle collezioni esposte. L'appuntamento di Firenze funziona sempre come un barometro del mercato, in questa edizione abbiamo percepito una grande voglia di concretezza, riteniamo che la crisi sia ormai alle spalle anche se la scommessa è da giocarsi tutta nel prossimo anno. Dobbiamo approfittare di questi segnali positivi e amministrarli bene nel futuro.
La filatura italiana, infatti, nel 2009 ha accusato un calo delle performance pari al 17,6% per un fatturato sceso a circa 2,4 miliardi di euro. Della congiuntura economica negativa ne ha risentito anche il valore della produzione, in flessione del 21,4% e l'export, in calo del 18,9%.