Il 2009 sarà ricordato come l'annus horribilis dell'intera filiera del tessile-moda-abbigliamento. Sono calati i fatturati, in molti casi a due cifre, l'export e l'occupazione. Ora però le aziende vedono qualche timido segnale di ripresa del mercato e si sforzano di continuare a investire in ricerca e innovazione, come sottolineato da Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine, in occasione di Pitti Uomo, la più importante rassegna dedicata all'abbigliamento maschile, che si è svolta a Firenze dal 12 al 15 gennaio e che ha dato alcune importanti indicazioni sul sentiment degli operatori.
Indicazioni che sembrano ora confermate da un'indagine di Mcs, società di ricerca e selezione di middle manager con sedi a Milano, Roma a Bologna. Secondo Mcs il mercato dei manager nella moda si sta risvegliando, per sostenere lo sviluppo che tutti sperano segua la fase recessiva iniziata in realtà da più di un anno. Dopo il 2009, da considerare secondo la società di ricerca un periodo di calma piatta, le aziende sono tornate a ricercare alcune figure professionali: creativi, responsabili sviluppo prodotto, store manager e sales manager. I creativi avranno il compito di creare collezioni più interessanti e a costi accessibili. Gli specialisti del prodotto dovranno supportare i creativi nella ricerca di materiali innovativi. Store manager e sales manager saranno concentrati sullo sviluppo delle vendite.
Le aziende faranno ricerche mirate e selettive – spiega Angela Giordano, consultant di Mcs – Ma nel complesso nel 2010 il settore moda dovrebbe segnare una crescita del 4% nelle ricerche di manager».
I risultati dell'indagine Mcs sono indirettamente confermati da Linda Loppa, direttore del Polimoda di Firenze, una delle scuole italiane con il più alto tasso di placement, sia nei corsi undergraduate sia nei master, che spaziano dagli aspetti puramente creativi a quelli manageriali. La nostra scuola non ha risentito della crisi che ha colpito il settore, anzi. Molti manager hanno deciso di investire sulla formazione, di approfittare dei ritmi di lavoro rallentati. I master in retail, buying e visual hanno visto un boom di iscrizioni, cosi come i corsi triennali undergraduate di marketing, dove le richieste sono aumentate del 30% – prosegue Linda Loppa -. Per quanto riguarda le aziende, con cui siamo in contatto ogni giorno, la richiesta maggiore è quella di stilisti e modellisti, figure destinate a rafforzare gli uffici stile».
Quello che potrebbe mancare ai neo laureati è però l'esperienza, considerata importante, in questa fase di lenta ripresa, secondo Mcs, che per l'area dei creativi ha individuato due diverse tipologie di particolare interesse per le aziende: giovani, con 3-4 anni di esperienza, e senior con 8-10 di esperienza a magari una laurea in architettura o un diploma di designer. Le ricerche avvengono sia su creativi italiani sia stranieri, in particolare asiatici, i quali del resto sono già molto presenti in scuole come il Polimoda.
«Capire l'Asia e la Cina in particolare è una priorità per qualsiasi azienda – aggiunge Carlo Pambianco, al vertice dell'omonima società di consulenza del settore moda -. Le aziende cercano export manager che conoscano bene quei mercati e possibilmente anche la lingua». Tornando all'indagine Mcs, nel 2010 ci saranno novità riguardo al tipo di rapporto di lavoro, più flessibile rispetto a una volta. Prevale, infatti, specie per i giovani, il contratto a progetto con un compenso che si aggira sui 100-120mila euro a campagna. Per i responsabili sviluppo prodotto, in genere prevale l'assunzione, con stipendi fra 45 e 100mila euro, a seconda di esperienza e responsabilità. Per gli store manager si va da 6o a 90mila euro lordi annui e per i sales manager, infine, da 60 a 130omila euro lordi annui. In questo caso, di solito, le imprese prevedono anche una parte variabile, legata al fatturato e ai risultati economici aziendali.
Estratto da: Il Sole 24 Ore del 27-1-10, a cura di Pambianconews