A Milano si accendono i riflettori sulla moda russa. Dal 18 al 19 novembre, la capitale della moda italiana ospita il terzo Festival della Moda Russa, evento promosso da Società Italia, l'ente che da oltre 15 anni si dedica allo sviluppo di attività commerciali e promozionali per il settore moda nell'ex URSS.
Un'edizione, quella di quest'anno, che rende il festival sempre più catalizzatore di nuove relazioni commerciali fra il mercato russo ed il nostro Paese, proponendo per la prima volta un workshop dal titolo Creatività russa e made in Italy a confronto. Stimoli, prospettive, idee. Il progetto nasce dalla partnership tra Società Italia e CNA Federmoda, l'associazione di cui fanno parte oltre 20.000 imprese artigiane, con l'obiettivo di stimolare nuove collaborazioni fra le aziende del made in Italy e i buyer e stilisti russi.
Nelle precedenti edizioni � ha spiegato Tatiana Soutchtcheva, ceo di Società Italia � notavamo che, nonostante i designer in Russia stessero crescendo, non avevano e non hanno tante possibilità di far produrre alcuni capi in patria a causa dello scarso know-how. Grazie a questa partnership daremo quindi la possibilità agli stilisti di conoscere delle aziende che possono produrre per loro calzature, cachemire, borse e accessori di qualità.
La manifestazione si arricchisce inoltre di un maggior numero di collezioni, dalle quattro-cinque degli anni precedenti alle dieci di questa edizione, presentate da alcuni fra gli stilisti russi più affermati come Alexander Arngoldt, Anna Direchina, Sergey Efremov, Anastasia Zhelezhnova, Elena Karnauhova, Naira Khachatryan, Masha Kravtsova, Shumilo & Elagina e Oksana Zubizkaja.
Dopo la brusca frenata dell'import russo nell'ultimo anno a -28%, Società Italia guarda al futuro con un cauto ottimismo, forte del suo ruolo di distributore ufficiale nell'ex Unione Sovietica di brand di fama internazionale come Blumarine, Paul Smith, Catherine Malandrino e Giuliana Teso.
Nonostante la crisi � ha continuato Soutchtcheva – non abbiamo perso i nostri clienti anche se, l'inverno scorso, molti di loro per paura hanno ridotto il budget, ma sono poi tornati questo autunno a rifornirsi. Per il prossimo anno confido in una ripresa e, sebbene con dei volumi non paragonabili a quelli dei vecchi tempi, sono sicura che ci sarà comunque un netto miglioramento.