Secondo uno studio di Intesa Sanpaolo e Pambianco, per cinque anni la crescita sarà piatta. Nel 2009 i ricavi delle aziende del segmento moda scenderanno ancora del 6,3%
Il 2009 sarà un anno con forti perdite di fatturato e di redditività. Secondo uno studio su un campione di 525 imprese, i ricavi scenderanno ancora del 6,3% e l'ebitda registrerà una contrazione tra l'11% e l'8-9%. Ma la fase più acuta della crisi è ormai alle spalle. Si può quindi parlare di ripresa a partire dal 2010 ma i mercati manterranno per molto tempo una fase di immobilità.
Occorrerà attendere 5-8 anni prima di raggiungere i livelli del 2007. Sono i dati emersi ieri nel convegno «La moda oltre la crisi» organizzato da Pambianco e da Intesa Sanpaolo. «Ci aspettiamo una crescita piatta», ha spiegato Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, «ma siamo di fronte a elementi di debolezza, tra cui l'eccesso della capacità produttiva e la sfida del consolidamento fiscale». Inoltre, secondo Gaetano Miccichè, responsabile della divisione corporate e investment banking dell'istituto di credito, «abbiamo un tessuto in aziende sottocapitalizzate.
Pertanto si aggreghino o trovino capitale con qualcuno che entri dall'esterno». Per sostenere la fase di cauta ripresa occorre proseguire la strada delle riforme a favore delle imprese, come ha sostenuto Mario Boselli, presidente della Cnmi-Camera nazionale della moda italiana. «La moratoria del debito, l'etichetta Made In, che però temo possa incontrare serie difficoltà in Europa, e l'intervento sull'Irap sono tre elementi positivi», ha sostenuto Boselli, «su quest'ultimo punto però è necessaria una dilazione dei pagamenti di un anno per dare più ossigeno alle imprese. Intervenire con un taglio del 10%, ovvero circa 4 miliardi di euro non fa ripartire l'economia».
I dati dipingono una situazione di profonda incertezza. Su 39 distretti industriali in Italia, solo due hanno registrato una crescita dell'export nel primo semestre 2009: Carpi con la sua produzione di maglieria e abbigliamento e la concia di Arzignano, grazie al settore automotive. Per il resto i primi otto mesi dell'anno hanno visto il crollo del settore tessile (-22,4% di ricavi rispetto al 2008), dell'oreficeria (-23,4%) e una diminuzione complessiva delle esportazioni (-19,6% da gennaio a luglio). «Le imprese stesse devono cambiare il modello di business per mantenere la propria posizione perché il panorama dei mercati consolidati non sarà più lo stesso», ha ammesso Giuseppe Miroglio, amministratore delegato di Miroglio group. Diversi gli strumenti da adottare. Puntando sul retail, come ha fatto il gruppo Miroglio o diversificando la proposta, come ha aggiunto Sergio Tamborini, ad di Marzotto group che ha annunciato nei giorni scorsi l'aumento di capitale per acquistare la maggioranza della comasca Ratti (vedere MFF di ieri). In merito all'operazione Tamborini ha aggiunto: «Permetterà alla Marzotto di diversificare sul segmento donna e le sinergie saranno soprattutto a livello commerciale, mentre le strutture produttive resteranno decisamente separate».
Estratto da: MFFashion del 4-10-09, a cura di Pambianconews
LA MODA OLTRE LA CRISI: Convegno Pambianco e Intesa Sanpaolo. Le relazioni integrali del Dr. Gregorio de Felice (Chief economist Intesa Sanpaolo) e Carlo Pambianco (Presidente di Pambianco Strategie di Impresa) sono scaricabili cliccando qui