Il distretto del mobile veneto comincia a risentire dell'aumento dei dazi russi, che nel dicembre dell'anno scorso sono passati dal 30 al 45% sul valore della merce in fattura per le camere e le sale da pranzo.
Per evitare, inoltre, che i compratori russi dichiarino importi più bassi per pagare meno, è stato attivato un meccanismo collegato al peso della merce nei container, per cui ad ogni camion di mobili viene dato d'ufficio un valore presunto di 115mila dollari.
Fino a qualche mese fa la Russia rappresentava, per il comparto del mobile, un mercato molto fertile e ricco di sbocchi tanto che l'Ice, le Camere di Commercio e le associazioni di categoria hanno spinto diversi imprenditori del settore a investire in maniera importante in questi mercati sia a livello di prodotto che con la partecipazione a Fiere.
Negli anni si sono susseguiti accordi di joint-venture con i distributori locali e nel 2008 il fatturato italiano del settore arredamento è arrivato a toccare i 23 miliardi di euro, di cui 12 miliardi esportati. L'export russo a sua volta è cresciuto del 58,6% sul 2007.
A seguito della crisi le dogane hanno reagito indurendo le regole e appesantendo i dazi. Risultato: da gennaio è emergenza. I prezzi di camere e sale da pranzo hanno subìto un rincaro, diventando inaccessibili alla classe media russa, che tanto aveva significato per la crescita dei fatturati delle aziende italiane esportatrici. Di conseguenza, le commesse sono crollate nei primi mesi del 2009 del 40-50%.
La richiesta è quella di un'unica tariffa doganale più bassa, ma nonostante gli incontri tra Federlegno Veneto, Ice e associazioni di categoria ancora non si intravede una soluzione.