Ha aperto ieri l'esposizione di quadri che Christie's batterà all'asta dal 24 al 26 novembre presso Palazzo Clerici a Milano. In una congiuntura economica così particolare abbiamo intervistato Clarice Pecori Giraldi, Direttore Generale di Christie's Italia, per capire come si muoverà nei prossimi mesi il mercato dell'arte.
Anche l'arte risente della crisi?
�Sicuramente stiamo attraversando un momento rallentamento che definirei più di assestamento per molte cose. Per quanto riguarda le opere di Christie's che sono state battute all'asta a New York i primi di novembre (delle quali secondo Il Sole 24 Ore il 44% è rimasto invenduto, ndr), bisogna considerare che le stime sono state fatte prima dell'estate, quando ancora non era chiaro quando e se ci sarebbe stata questa crisi. Per questo motivo già dalle prossime aste, dove ci sarà possibile fare delle stime più conservative e più al corrente col mercato attuale si vedranno delle percentuali di venduto molto diverse.�
Crede che le opere d'arte siano anche un bene rifugio?
�Noi consigliamo di acquistarele perché piacciono e perché appagano da un punto di vista estetico ed emotivo� certamente possono anche essere un bene rifugio.�
Quali sono le opere che risentono maggiormente della crisi e quelle che continuano ad andare bene?
�Le opere che non risentono della crisi sono le opere che non sono cresciute in maniera esponenziale negli ultimi anni. Per cui, ad esempio, i dipinti antichi non avranno nessun tipo di crisi, proprio perché ce ne sono pochi ed hanno continuato a mantenere all'incirca lo stesso valore. Mentre invece l'arte contemporanea per alcuni artisti che negli ultimi anni sono cresciuti in maniera estremamente rapida è probabile che si veda un rallentamento.�
Lei è stata direttore comunicazione di Prada e poi di Ferragamo. Quali sono i legami e le differenze tra la moda e l'arte?
�Il fil rouge sono stati Prada e l'arte. Lavoravo già da Christie's come direttore dell'ufficio di Milano quando l'amministratore delegato di Prada mi assunse come direttore della comunicazione. La grossa differenza sta nel fatto che i prodotti di moda hanno una data di scadenza, nel senso che c'è un turnover rapidissimo�cosa che nell'arte non c'è. Certamente per quanto riguarda la ciclicità degli eventi, delle sfilate queste si riflettono sulla ciclicità delle aste�.quello che ho imparato da Prada mi ha dato la capacità oggi di fare il direttore generale in Italia di Christie's.�
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