I cambiamenti riguardano i rapporti tra i tre eredi di Franco Miroglio, l'imprenditore del tessile scomparso lo scorso marzo. Nei giorni scorsi, infatti, è uscito dal capitale il primogenito che non si è mai occupato del gruppo del tessile abbigliamento (è antiquario) e che non ha figli. Ha ceduto tutte le sue azioni, pari al1'12% del capitale, al fratello Edoardo, che sale così al 34,69% rafforzando notevolmente la sua posizione. Resta, invece, con il 15,31% che già possedeva Nicoletta, la terza dei tre figli di Franco Miroglio. «Ho fatto questo investimento perché lo ritengo interessante. è lo stesso motivo che in precedenza mi aveva spinto a rilevare le attività bulgare di Miroglio», dice Edoardo Miroglio, fino allo scorso anno amministratore delegato del gruppo e oggi soprattutto imprenditore in proprio in Bulgaria.
Il bilancio dello scorso esercizio, intanto, chiude due anni di « ripensamento» che ha riguardato tutti i livelli dell'azienda, a partire dalla governance passando per il management fino alla struttura organizzativa. Il fatturato consolidato è stato pari a 1,032 miliardi di euro, il 7,1% in più dell'anno precedente a perimetro costante, cioè al netto della vendita delle attività bulgare (tessuti e filati di lana) allo stesso Edoardo Miroglio. II risultato operativo è stato pari a 40,2 milioni di euro (+12,8%) e l'utile netto a 35,8 milioni, quintuplicato rispetto al 2006. Sono stati «anni di maturazione», li definisce l'amministratore delegato. Anni in cui, «essendo arrivati al miliardo di euro di fatturato, abbiamo deciso di fare una riflessione per dare alla società a un'impostazione più consona a dimensioni di questo tipo e per renderla pronta alla competizione internazionale. Oggi questo percorso, che abbiamo fatto insieme al professor Corbetta dell'Università Bocconi, può dirsi completato».
Estratto da: CorrierEconomia, a cura di Pambianconews