Il gruppo pugliese Romano, cui fa capo il marchio di jeans Meltin�Pot, la catena tedesca Fritz con duecento negozi e un�attività di produzione conto terzi, si rimbocca le maniche e prepara le nuove strategie per affrontare il futuro. Dopo anni molto brillanti che hanno visto il fatturato raggiungere i 200 milioni di euro nel 2005, l�azienda pugliese si è trovata ad affrontare una flessione del fatturato che, comunque, nel 2006 e nel 2007 è stato di 180 milioni di euro (cento con i negozi Fritz, cinquanta con Meltin�Pot e trenta con la produzione conto terzi).
Augusto Romano, figlio del fondatore Cosimo mantiene sempre il suo ottimismo e con sincerità ammette che «sono stati fatti forse degli sbagli con Meltin�Pot, è vero. Ci hanno penalizzato i mercati stranieri sui quali non eravamo molto “collaudati”. In quanto all�attività conto terzi molti clienti hanno preferito trasferire le produzioni nel più economico Far East, da qui il calo dei profitti. Ma, come dice mio padre: chi non fa niente non sbaglia mai. E noi di cose ne abbiamo fatte tante e tante ne faremo. Sicuramente questo è per noi un momento cruciale, dobbiamo davvero decidere cosa faremo da grandi».
Innanzitutto il restyling è partito da Pitti, dove Meltin�Pot è ricomparsa dopo sette anni di assenza: «Il marchio è stato riposizionato così come la distribuzione. Quello che era venuto un po� a mancare era l�identità del prodotto. Adesso Meltin�Pot è di nuovo molto ben riconoscibile e stiamo anche pensando di aprire dei flagship nelle città principali, non tanto per una questione di vendite ma d�immagine». E proprio nell�ottica di rimonta, l�immagine del marchio sei mesi fa è stata affidata ad Armando Testa, «secondo noi il meglio che c�è sulla piazza».
Estratto da Affari&Finanza del 21/04/08 a cura di Pambianconews