L'Italia che mette a letto il mondo (o lo fa accomodare in salotto, gli fa aprire e chiudere rubinetti e porte, accendere lampadari e abat-jour, insomma garantisce con il marchio del made in Italy tutto quello che c�è dentro una casa) vale una fortuna. Che nel 2007 ha significato un valore di esportazioni pari a 13,7 miliardi di euro, incassati dalle aziende dell'intero comparto dell'arredo, in crescita ancora dell'8,4% nonostante le nubi legate al dollaro. Ottime notizie per l'intera filiera dell'arredamento, che porta oltreconfine circa un terzo della propria produzione (il 34,3%) su un fatturato di 40 miliardi di euro in crescita del 5% sui dati dell'anno precedente, peraltro, già accreditato di un 3% rispetto al 2005. Cresce (poco) il mercato interno, molto di più quello che sta oltre i confini: specialmente se paga in euro. E quindi se si riferisce all�Europa continentale, ma anche e soprattutto all'area centro-orientale.
«E' l'area delle nuove adesioni all'unione europea, con la Russia a confermarsi la componente più dinamica di questo mercato, tanto che l'export dell'arredo italiano nel 2007 ha toccato i 724 milioni di euro, e nell'area l'Italia ha superato la Germania come provenienza delle importazioni» spiega Marco Fortis, docente di Economia Industriale e Commercio con l�Estero presso l�Università Cattolica di Milano e vicepresidente della Fondazione Edison.
L'arredo made in Italy supera Francia e Regno Unito nei settori di punta degli altri due paesi. Nei mercati extra-Ue, Bric in testa (Brasile, Russia, India, Cina) l'arredo, dicono le rilevazioni Fondazione Edison, terza voce dell'export extra Ue per l'Italia, nei primi nove mesi del 2007 ha un giro d'affari maggiore del vino e del cibo francesi e delle auto inglesi, a loro volta terza voce dell'export di Francia e Regno Unito in queste aeree.
Tassi consistenti di export, anche se non ai livelli russi, li garantisce la vecchia Europa. La Spagna, ad esempio, con 515 mln di euro di importazioni rispetto ai 450 del 2006; mentre la Francia conferma l�affezione sul prodotto medio-alto con un + 7,2%, mentre la Germania, pur con un + 4,4%, fa segnare il passo: sia per l�arrivo dei prodotti di produzione cinese e degli altri paesi dell�est sulla grande distribuzione, sia per le difficoltà economiche.
Estratto da Affari&Finanza del 14/04/08 a cura di Pambianconews