Il negoziato è condotto dall'ufficio di Londra di Investindustrial. Con un regime di esclusiva che la Selective beauty e il suo azionista 3i, assistiti dall'advisor Rothschild, hanno accordato al fondo di Andrea Bonomi. In gioco c'è l'opportunità di consolidare un polo di rilievo europeo nei profumi, visto che in meno di un anno Investindustrial ha messo a segno due colpi. Ha comprato prima la Morris con i marchi Ferrari, Fiorucci, Krizia e La Perla. Poi, a dicembre, ha rilevato la Atkinsons da Procter & Gamble portandosi a 100 milioni di ricavi nel settore entro l'anno. Adesso sul piatto c'è un boccone interessante (anche se problematico) per arrivare nei profumi a una taglia da circa 300 milioni, con quello che nel gergo dei private equity si chiama un add-on.
Selective beauty è sul mercato perché ha accumulato perdite per circa 25 milioni su 188 di fatturato (peraltro in crescita del 24%) fino all'ottenimento dell'amministrazione controllata in Francia, dove ha sede la società di distribuzione. La spinta su investimenti come la sede a New York e le nuove licenze in distribuzione da quest'anno (ultime quelle Max Mara, Trussardi e John Galliano) hanno fatto lievitare i costi e creato problemi organizzativi. Nei negoziati condotti con Investindustrial sono determinanti anche le banche finanziatrici di Selective beauty, tra cui Bnp Paribas, Fortis e Intesa Sanpaolo, che forse verranno chiamate a qualche rinuncia.
Estratto da Il Mondo del 4/04/08 a cura di Pambianconews