La pelletteria preme l'acceleratore sull'advertising (+13,3%), il settore calzature incrementa il livello degli investimenti, ma in maniera meno decisa (+6,1%). Ma al di là del risultato d'insieme sono sempre le principali griffe del lusso e le aziende in forte sviluppo le protagoniste del mercato, con tassi di crescita a due cifre e, in alcuni casi, il raddoppio degli investimenti pubblicitari. Sono queste, sintetizzando al massimo, le principali indicazioni che emergono da due ricerche condotte da Pambianco Strategie di Impresa sugli investimenti pubblicitari a mezzo stampa dei marchi del settore calzature e della pelletteria nel 2007. In particolare, nel settore pelletteria la ricerca ha messo sotto la lente 239 marchi attivi in comunicazione, analizzando 64 testate (tre quotidiani, 23 settimanali, 38 mensili) e applicando uno sconto del 75% ai prezzi di listino (considerato il livello medio effettivo di costo degli spazi pubblicitari). Da questi dati emerge come nel 2007 siano stati investiti 57,4 milioni di euro contro i 50,6 milioni spesi un anno prima (+13,3%).
Limitando il confronto ai brand che hanno effettuato investimenti sia nel 2006 sia nel 2007 (sono 161), l'aumento è stato dell'8,8%, il che significa che molte aziende hanno incominciato a fare pubblicità nel 2007 (78) a fronte di 45 che invece hanno smesso. Va sottolineato comunque come non sempre questi investimenti siano stati sostenuti direttamente dalle case madri. Per i prodotti in licenza (come anche può accadere con la pelletteria) possono essere a carico del licenziatario, ma ugualmente i dati forniti sono un termometro attendibile della vitalità pubblicitaria di un marchio e della sua visibilità mediatica.
Così nella classifica dei top spender pubblicitari elaborata da Pambianco al vertice troviamo Carpisa, che ha spodestato Louis Vuitton (oggi secondo con 3,9 milioni investiti) dalla prima posizione occupata nel 2006. Carpisa con una spesa che ha sfiorato i 4 milioni (+44% rispetto all'anno scorso) non solo conquista la leadership sul piano della comunicazione, ma si conferma una delle medie aziende italiane più dinamiche e a maggior tasso di crescita. Al terzo posto, ma ben distanziata Prada (1,97 milioni), e a seguire The Bridge e Gucci. La griffe fiorentina in particolare ha ridotto negli ultimi 12 mesi la pressione degli investimenti pubblicitari del 7,7%, nonostante registri la maggior parte del proprio fatturato proprio con la pelletteria. L'analisi, infine, fotografa una realtà sempre più polarizzata, in cui i primi cinque brand, che valgono da soli il 23% degli investimenti, hanno aumentato gli stessi del 26,6%.
Estratto da MfFashion del 28/03/08 a cura di Pambianconews
Lo studio completo è disponibile a pagamento per ulteriori informazioni clicca qui