Secondo una ricerca condotta da Pambianco Strategie di Impresa, le griffe del lusso mondiale hanno speso 161 milioni di euro (+7%) in advertising cartaceo sui magazine italiani. In testa alla classifica la maison milanese guidata da Patrizio Bertelli, seguita da Gucci e Dior.
Le griffe del lusso investono, è proprio il caso di dirlo, nella pubblicità. E pure tanto, almeno secondo quanto emerge da un'indagine condotta da Pambianco Strategie di Impresa, che anche quest'anno ha analizzato diversi periodici italiani per approfondire l'investimento pubblicitario dei luxury brands nel mondo. E ha reso noti i risultati di una ricerca condotta nel periodo 2006/07 che ha analizzato quanto, in termini economici, i global brand della moda e del lusso italiani ed esteri spendano per apparire sulle copertine patinate della stampa italiana. La palma d'oro come top spender del periodo di riferimento, la casa di moda guidata da Patrizio Bertelli, Prada, che ha investito 10,1 milioni di euro in advertising in tutto il 2007, in crescita 41,5% rispetto al periodo precedente, e ricopre così il 6,3% del totale dei top brand indagati (vedere tabella sotto).
Pambianco ha infatti analizzato 50 marchi ai vertici della moda e del lusso, spaziando da Benetton a Yves Saint Laurent, da Chanel a Jil Sander fino a Versace. E contemporaneamente anche 59 testate distribuite a livello nazionale, che comprendono quotidiani, settimanali e mensili ad ampia diffusione, spesso dedicati ad un pubblico femminile o di settore. Ne è risultato che gli investimenti dei 50 global brand nel periodo sottoposto a radiografia sono stati pari a 161 milioni di euro, in aumento del 7,7% sul 2006. Segno che le aziende del lusso, e soprattutto quelle italiane, scommettono con sempre più fiducia nella comunicazione cartacea, a differenza di quanto si potrebbe supporre. Dopo la maison disegnata da Miuccia Prada seguono a ruota infatti la fiorentina Gucci, griffe di punta del gruppo Ppr, che ha investito nel 2007 poco più di 8,5 milioni di euro (il 5,3% del totale, in aumento del 34,1%) e la maison Dior, appartenente all'altro polo del lusso, Lvmh. Che ha investito in Italia 8,3 milioni di euro, in crescita del 9,1%, e che ha coperto così il 5,2% del fatturato totale di pubblicità. Nel 2006 sul podio erano invece salite Chanel, che aveva speso 8,2 milioni di euro, e che ora è scesa al quinto posto, Versace, con 7,9 milioni di investimento e Dior, che si era classificato terzo con 7,6 milioni di euro. La ricerca ha poi analizzato le categorie di testate, rendendo noto che quella che nel 2007 ha assorbito gli investimenti maggiori è stato l'universo settimanali. Che hanno raccolto il 56% del totale della pubblicità dei 50 global brand analizzati. Seguono le riviste a tiratura mensile con il 22,6% e i quotidiani che coprono il 21,4% del totale.
L'indagine continua poi entrando nel dettaglio degli investimenti complessivi per settore, ed evidenziando che nel 2007 il comparto che ha attratto maggiore pubblicità è stato quello della profumeria e del beauty, che è cresciuta del 14,4%. Con un investimento complessivo di 40,1 milioni di euro, pari al 24,9% del totale. A seguire il settore dell'abbigliamento femminile, con 26,6 milioni di investimento, pari al 16,5% del totale e in crescita del 7,5% sul 2006. Al terzo posto, le griffe specializzate in pelletteria, che hanno speso lo scorso anno 20,4 milioni di euro in aumento del 10,2% (12,6% del totale). Ma dall'analisi si scopre anche che nei cinque marchi che più di tutti hanno aumentato esponenzialmente i propri investimenti si ritrovano tre luxury brand italiani (vedere tabella a lato). Il primo posto se lo aggiudica Ermenegildo Zegna, che è cresciuto del 224,8%, salendo dai 451 mila euro investiti nel 2006 al milione e mezzo sfiorato nel 2007. Segue la statunitense Ck Calvin Klein, che aumenta la propria spesa del 154,2% portandola da 937 mila euro ai quasi 2,4 milioni del 2007. Terzo posto a Fendi (+75,3%), quarto alla francese Jean Paul Gaultier (+66,6%) e quinto a Laura Biagiotti, che ha investito in advertising il 66,1% in più rispetto all'anno 2006.
Estratto da MFFashion del 21/03/08 a cura di Pambianconews