Sospeso, per la seconda volta, lo sbarco in Borsa a causa delle condizioni dei mercati, per Artemide, l'azienda di lampade di design di Ernesto Gismondi (nella foto), sul mercato emergono adesso ipotesi di alleanze. «è vero, dice Gismondi, se prima eravamo stati molto corteggiati dai private equity che ci dicevano “siete piccolini, vi aiutiamo a crescere”, ora che abbiamo rinviato il progetto di quotazione abbiamo richieste di operatori del mondo della luce che chiedono di acquisirci o avanzano offerte di collaborazione. Prima delle ultime notizie di Borsa non ci pensavamo neanche, ma ora che la Borsa si è allontanata forse si può discuterne. Ma io ritengo che la soluzione migliore per preservare l'unicità di Artemide sia la Borsa e non appena ci sarà una finestra ci presenteremo».
Gismondi spiega il perché del mancato appuntamento di questi giorni con Piazza Affari: «Artemide, dice l'imprenditore, sta andando molto bene e abbiamo ottime prospettive anche quest'anno, nonostante i timori generali sull'economia; anzi, negli Stati Uniti abbiamo appena fatto il miglior gennaio della nostra storia. Ma il mercato in questo momento non ci riconosce il valore giusto e non potevamo svendere le azioni, dice il fondatore. L'operazione di Ipo, prevedeva che io cedessi una parte di azioni ma anche che facessimo un aumento di capitale che avrebbe portato risorse destinate alla crescita, a nuove acquisizioni. Fare l'Ipo in queste condizioni di mercato avrebbe voluto dire non riuscire a portare in Artemide il denaro necessario al suo sviluppo».
Sono, infatti, due i motivi che spingono il gruppo di design ad arrivare in Borsa. Il primo, è la crescita. L'obiettivo più volte dichiarato da Gismondi è di arrivare in breve tempo a 200 milioni di euro di giro d'affari anche grazie ad acquisizioni. La strada prescelta sul fronte dell'azionariato è quella del trust. «L'avevamo momentaneamente sospeso in attesa di quotarci, ora riprenderemo il progetto e speriamo di farlo subito», dice. Come tutti i fondatori di un'impresa, punta a mantenere in famiglia il controllo e, nei limiti del possibile, anche la guida del gruppo della luce.
Estratto da CorrierEconomia del 25/02/08 a cura di Pambianconews