Solo nel 2007 Zara ha aperto 560 nuovi negozi nel mondo: di questi oltre 100 erano in città italiane. «La crescita in Italia è stata molto significativa negli ultimi anni, in particolare nel 2007, dicono dal quartier generale del marchio cheap & chic del gruppo Inditex, secondo retailer al mondo dopo Gap e primo in Europa, e vogliamo continuare a crescere in termini di superfici commerciali». Anche se di fronte alla domanda sulle previsioni per il 2008 fanno un cortese passo indietro. «Ci dispiace, ma il dato è troppo sensibile per i nostri concorrenti». Insomma, come dire: noi restiamo i primi in Europa. Ma la pressione si fa sentire.
Non tanto da parte dei rivali storici, gli svedesi H&M e gli spagnoli Mango, ma da quella di un mercato che negli Usa comincia a dare segnali spiacevoli con alcune catene che già pensano a licenziamenti e chiusure. Senza contare che un rallentamento della scoppiettante, fino ad ora, economia spagnola sarebbe un disastro visto che un terzo delle vendite annue del gruppo pari a 8,2 miliardi di euro vengono da lì.
Dunque? Il primato conquistato con un rivoluzionario modello di produzione e distribuzione che ha fatto scuola (nuovi modelli sugli scaffali due volte a settimana grazie a tempi di disegno, taglio e spedizione da record) va difeso con i denti.
La strategia di Inditex rimane la stessa: produrre nell'area del Mediterraneo, in Spagna, Portogallo e Marocco invece che in Cina e India, per abbattere i tempi di spedizione. Ma con un'attenzione alla conquista degli spazi. Insomma, se la visione Zara era stata quella di portare pantaloni e giacche ancora fresche di taglio nei negozi posizionati in punti strategici dello shopping, come lo store in Corso Vittorio Emanuele a Milano, ora è quella di portarli sotto casa di tutti.
Estratto da Corriere della Sera del 21/02/08 a cura di Pambianconews
(Nella foto Amancio Ortega, fondatore del gruppo Inditex)