L'ultima doccia fredda è arrivata dalla brusca frenata della produzione industriale italiana, pochi giorni fa. Un dato che ha riportato l'orologio indietro a quel 2001 che, per il mondo della moda, aveva segnato l'inizio del periodo della crisi più dura. I segnali di preoccupazione sono molti e diversi, a partire soprattutto dalle difficoltà accusate da due dei mercati più importanti per il made in Italy, e cioè Stati Uniti e Giappone. E i primi riflessi si iniziano a vedere nei conti delle aziende.
Eppure, nonostante la preoccupazione sia alta, il clima che si coglie tra le imprese della moda è diverso da quello dei primi anni 2000. Più reattivo che spaventato, come era stato solo pochi anni fa. Michele Norsa (nella foto), amministratore delegato del gruppo Ferragamo, sottolinea quella che è una delle motivazioni principali di questo stato d'animo, e cioè il fatto che «per fortuna oggi i mercati su cui si lavora sono molti di più di qualche anno fa, e quelli che si fermano vengano compensati dagli altri».
L'altro motivo che induce a guardare la situazione con preoccupazione, ma senza panico, con realismo, è il cambio di passo fatto dalle aziende, sempre più posizionate su prodotti di fascia alta e altissima e sempre più internazionalizzate.
Lo spirito si è colto nei giorni scorsi a MilanoUnica, il salone del tessile che per la prima volta ha visto l'incontro tra tessuti e abiti con la sfilata di sei grandi nomi della moda, Ferré, Ferragamo, Marras, Missoni, Valentino e Versace. Una iniziativa da sottolineare anche per il suo valore «di sistema». «Nessuno come l'Italia, dice Paolo Zegna, presidente di Smi-Sistema moda Italia, l'organizzazione confindustriale del tessile-abbigliamento, ha un'eccellenza che va da monte, il tessuto, a valle, l'abito. Se il tessuto è così forte è perché ci sono gli stilisti e le imprese delle confezioni e viceversa».
Se gli orientamenti emersi da MilanoUnica saranno confermati si vedrà da qui alle prossime due settimane, che vedono l'appuntamento con tutto il mondo della moda, dalle grandi sfilate iniziate sabato (fino al 23), al pr�t-à-porter di MilanoVendeModa (dal 21), alle calzature del Micam (dal 26) alle borse e alla pelletteria del Mipel (dal 28).
Estratto da CorrierEconomia del 18/02/08 a cura di Pambianconews