Ora che l'ultimo passo della riorganizzazione è stato compiuto, per il gruppo Valentino si apre una nuova storia. E si muove adesso per diventare nel medio periodo un polo di attrazione per altre griffe. «Quanti gruppi ci sono nel mondo del lusso con più di 2 miliardi di euro di giro d'affari?, dice l'amministratore delegato Stefano Sassi (nella foto). Sicuramente Valentino Fashion Group è tra quei leader del settore che possono giocare un ruolo di aggregazione e sviluppo per altri marchi, anche considerando il fatto che è in mano ad azionisti che sono investitori per definizione». Cioè il fondo inglese di private equity Permira che ha rilevato il controllo del gruppo all'inizio della scorsa estate.
«Abbiamo obiettivi ambiziosi», dice Sassi. E precisa che questi obiettivi riguardano «sia Valentino che Hugo Boss. Sono entrambi parti fondamentali del progetto Permira, che ha acquistato il gruppo perché riteneva che tutte e due le aziende avessero potenzialità di sviluppo. Entrambe hanno il compito di essere valorizzate, così come le licenze M Missoni e Marlboro che stanno crescendo a livelli incredibili». Con questo smentendo le ipotesi, che pure molto si sono rincorse in questi mesi, di possibili separazioni e nuove vendite. Va detto, però, che sul mercato si continua comunque a pensare che non siano ancora stati sciolti tutti i nodi con la controllata tedesca (che nel 2006 ha realizzato 1,5 miliardi di euro di fatturato sui quasi 2 totali e che aveva bocciato l'Opa di Permira giudicando il prezzo troppo basso) e in particolare sul business plan che il management ha proposto all'azionista.
Nel 2007 il gruppo è cresciuto a cambi correnti del 10% (13-14% a cambi costanti), con un fatturato che ha raggiunto i 2,2 miliardi di euro, e per l'anno in corso è prevista una crescita analoga. In questo momento la gran parte dello sforzo del gruppo è sulla maison Valentino, il cui obiettivo, spiega l'ad, è raddoppiare il giro d'affari in cinque anni, arrivando a toccare i 500 milioni di euro, «un risultato ragionevole per un marchio come questo. Abbiamo la possibilità di crescere su tutte le linee di prodotto».
Estratto da CorrierEconomia del 4/01/08 a cura di Pambianconews