Per le aziende del «made in Italy» il mercato nordamericano è un punto di riferimento essenziale. Lo è innanzitutto per le vendite, visto che gli Stati Uniti rappresentano il 30% dei consumi mondiali di alta gamma.
Non sono pochi i gruppi italiani che derivano più di un quinto dei propri ricavi dagli Stati Uniti con la punta del 65,8% di Luxottica. Tra il 10 e il 20% del fatturato americano ci sono poi nomi come Marazzi (19,0%), Bialetti (18,5%), Valentino Fashion Group (18,1%), Bulgari (15,7%), Versace (13,9%), Dolce & Gabbana (13,0%), Aeffe (12,4%), Tod's (10,5%).
La stragrande maggioranza delle imprese della moda nel corso del 2007 ha fatto investimenti sugli Usa, acquisti, nuovi negozi, sfilate, comunicazione. «E continueremo a farne, dice Gildo Zegna (nella foto in home page), amministratore delegato del gruppo che è primo negli Usa nell'abbigliamento maschile. La prossima settimana inaugureremo il nostro nuovo negozio di New York e altri dieci li apriremo negli Usa in tre anni. Guardando al medio periodo, continua la nostra offensiva».
Estratto da CorrierEconomia del 28/01/08 a cura di Pambianconews