Le vendite della haute couture volano, nutrendo l'immagine e la notorietà dei marchi del lusso, ma fanno soffrire il conto economico. Lo ammette Giorgio Armani, che ha presentato la settima collezione Armani Privé: «Nell'alta moda cresciamo del l0% da stagione a stagione, ma non siamo ancora a breakeven perché reinvestiamo tutto». Lo conferma Sidney Toledano, Ceo della Dior, in passerella con una faraonica collezione dai volumi esasperati firmata John Galliano, mentre accoglie Bernadette Chirac: «Nel 2007 il fatturato ha registrato una crescita forte, ben oltre il 30%. Però tutta la parte in cui la ricerca è spinta al massimo non fa profitti, quella più commerciale eccome».
E poiché i 40 capi creati dall'estroso Galliano sono un trionfo di ricami e incrostazioni di coralli, turchesi e paillettes, i conti son presto fatti. Però non c'è big brand della moda che non guardi con attenzione a questo particolare segmento del lusso femminile. «Non bisogna pensare alla signora agée che vive nel castello – spiega Armani mentre mostra i dettagli di abiti che costano fra 30mila e 120mila euro perché sono sempre di più le giovani donne con cognome e portafoglio pesanti che amano vestire couture, nei mercati tradizionali come in quelli emergenti, per la vita di tutti i giorni: non a caso, su 52 uscite, solo undici sono da sera».
Davanti a 300 ospiti selezionati, «non buyer, ma clienti attuali e potenziali», in una riproduzione in scala del teatro di Tadao Ando di via Bergognone a Milano, lo stilista ha proposto soprattutto abiti da cocktail con dettagli definiti «diatonici»: decorazioni di plastica sullo chiffon plissé, il rever che diventa coprispalla, i grafismi a contrasto lucido-opaco. Ultima uscita, un abito da gran sera in chiffon rosso geranio, «omaggio a Valentino», ha spiegato Armani, il cui addio alla couture «potrebbe rivelarsi un'opportunità» per la Armani Privé. Pungolato a parlare di John Galliano, “re Giorgio” ha detto di apprezzarlo: «Ma è facile essere geniali con megascenografie e spettacoli se alle spalle c'è Bernard Arnault che ti dà carta bianca. Ma quanti abiti che la stampa definisce divertenti si vedono poi indosso alle signore?».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/01/08 a cura di Pambianconews