John Marck, capo di Morgan Stanley, non piangerà miseria. Ma un bel taglio allo stipendio dovrà affrontarlo. Analogamente a tanti altri manager dei grandi istituti finanziari di Wall Street: Option group, per il 2007, ha stimato un calo dei bonus del 5%. Una riduzione che non farà scontenti solo i “famigliari” dei diretti interessati ma anche le grandi maison mondiali del lusso.
Certo, l'�austerity� dei manager non giustifica da sola le difficoltà del lusso, soprattutto in Borsa. Ma non va nemmeno sottovalutata. «Anche perché precisa Carlo Pambianco, presidente di Pambianco Strategie di Impresa, comperare un capo di alta moda, un gioiello è un acquisto d'impulso. Se il clima psicologico, come quello attuale, non è positivo si rinuncia. Indipendentemente dal fatto che i soldi ci siano».
Al di là del caso della griffe delle pietre preziose, è comunque necessario distinguere l'andamento del luxury in Borsa da quello dei fondamentali dell'industria. Su quest'ultimo fronte, «lo scorso anno, spiega Pambianco. Le aziende attive nell'alto di gamma hanno messo a segno una crescita attorno al 10%. Nel 2008, probabilmente, assisteremo ad un rallentamento: l'incremento sarà ad una sola cifra. Ma si tratta pur sempre di un buon passo».
Come dire, insomma, che griffe quali Valentino o Lvmh potranno affrontare il rallentamento delle economie occidentali, in particolare dell'America, («che, ricorda Pambianco, vale un quarto del business della moda») senza troppi patemi d'animo. Diverse il discorso, invece, per le aziende posizionate su una fascia di gamma media. In questo caso, il calo della domanda avrà un impatto negativo.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 12/01/08 a cura di Pambianconews